L'arrivo dell'era moderna ha portato con sé l'idea generalizzata che lavorare a contatto con la terra sia qualcosa di poco nobile. Già in tenera età e fin dai primi anni della scuola, studiamo tantissimi argomenti che poco hanno a che vedere con l'orticoltura e l'autosostentamento. Diamo per scontato che ci occorrerà un lavoro e ci specializziamo in un ramo, studiando affinché la nostra preparazione possa essere utile a qualcuno, nella speranza che ci possa garantire una certa stabilità, con un salario fisso e garantito. Questa è, o almeno è stata finora, la corrente principale degli ultimi decenni.

L'orto e la libertà

Èl'orto il vero protagonista di quest'epoca appena cominciata, eppure già così energica nella sua colorita manifestazione, Grazie all'orto è possibile godere ogni giorno di nuove sensazioni, con profumi che fanno venire l'acquolina in bocca, e con la sua capacità di stupirci nei momenti più inattesi con spettacolari esplosioni di vita, generatrici di ogni tipo di vegetale dalle forme più disparate e appetitose. Èproprio questo piccolo fazzoletto di terra il vero protagonista della rivoluzione dell'umanità, che non si accontenta più dei simboli di una ricchezza che vuole toccare con mano, veder crescere e curare amorevolmente, ma che ora vuole soprattutto gustare.

L'orticoltura naturale e il suo potere aggregativo

Quando facciamo riferimento all'agricoltura, anche in base a quanto accaduto negli ultimi anni, pensiamo a grossi macchinari, estesi appezzamenti di terreno senza alberi, sostanze di sintesi; insomma un lavoro di tipo industriale, meccanico, abbastanza noioso. Eppure ciò non ha niente a che vedere con l'agricoltura naturale, che ha come unico fine non il denaro, ma la necessità interiore di riabbracciare la natura, di ricostituire quel legame spezzatosi con l'avvento della tecnologia fine a se stessa.

Di conseguenza, ultimamente si vedono nascere gli orti condivisi e le piccolissime, ma sempre più numerose, comunità agricole che si sviluppano sulla cresta dell'onda della fantomatica crisi economicache tutto spazza via, meno l'unica, inamovibile ed autentica base della vita: la capacità di nutrirci liberamente, senza dipendere da nessuno ma anzi, in comunione col prossimo.

L'orticoltura naturale, quella vera, rappresenta l'inizio dell'unica strada che può portare la pace fra gli esseri umani e che ci stimola spontaneamente a comprendere quanto possa essere importante lavorare insieme, essere disponibili senza perdere la nostra dignità e condividere con gli altri i preziosi doni che nostra madre Terra ci offre.