16 Novembre 1989, nei pressi della stazione di Crotone due treni si scontrano sul binario unico, uno proveniente da Catanzaro diretto a Taranto, l’altro proveniente da Cariati per Catanzaro Lido. Dodici i morti, trentadue i feriti. Si parlò subito di errore umano, in quanto il sistema di controllo elettronico centralizzato non funzionava e si era ricorso al sistema tradizionale dei messaggi via telefono e di segnali luminosi. La sciagura avvenne intorno alle 13:20 di una normale giornata e su quelle carrozze maledette viaggiavano studenti, pendolari, gente che doveva recarsi al lavoro come una professoressa, Mirella Cavallo, che fu la prima a essere estratta morta da quell’ammasso di lamiere contorte.

12 Luglio 2016, tra Corato ed Andria si scontrano due treni sull’unico binario intorno alle 11,30. Pendolari, giovani donne (in stato di attesa) viaggiavano lungo quella tratta maledetta ed anche questa volta c’è stato un errore di comunicazione, in quanto qualcosa non ha funzionato tra i due capistazione di Andria e Corato, che dovevano coordinarsi telefonicamente. Il bilancio per il momento è di ventisette morti e cinquanta feriti.

Sistemi ferroviari da terzo mondo

Due treni regionali, composti da quattro vagoni ciascuno, gestiti dalla Ferrotramviaria Spa si sono scontrati accartocciandosi uno dentro l’altro, tanto da far parlare di una scena apocalittica ai soccorsi intervenuti sul posto prontamente in aperta campagna.

Chi è stato intervistato ai microfoni delle Tv ha dichiarato che c’erano lamiere sparse ovunque come se fosse precipitato un aereo. Per non parlare del sangue, corpi straziati, sedili sbalzati per decine di metri. Siamo all’anno zero, in un sud sempre più lasciato a se stesso, con linee elettrificate ed alta velocità per tutto il nord, e tratte da terzo mondo con sistemi automatici di super visione della linea ferroviaria mancanti.

Sembra impossibile che nell’era di Internet, della comunicazione veloce qui ci si debba affidare a una comunicazione telefonica per dare il segnale di via libera, tra la centrale di controllo ed il macchinista. Eppure esisteva un progetto di raddoppio del binario, finanziato dall’Unione Europea nel 2012, che prevedeva una spesa di 180 milioni, ma che per lungaggini burocratiche è stata attivata con molto ritardo per via di un bando di gara andato troppo per le lunghe.

Europa veloce, Italia rottamata

Quante volte sentiamo ripetere come un mantra “ce lo chiede l’Europa”, in nome della quale vengono privatizzati servizi inesistenti o che non sono affatto efficienti. Stiamo andando incontro ad una vera rottamazione del sistema Italia. Il sud continua a non avere strade ed autostrade al passo con i tempi; basti pensare alla linea ionica, a Crotone, con una ferrovia rifugio dei profughi e treni che non transitano più e sono soltanto un ricordo del passato, quando non c’era l’Europa, ma si viaggiava in treno. Precarietà, abbandono, sciagure che vanno a toccare il vissuto della gente comune che si serve di treni da Far West, che fa fatica a muoversi, nonostante una delle caratteristiche rimarcate da questa Europa sia la mobilità, lo spostamento di merci e persone. Forse le merci sono state messe in sicurezza e viaggiano alla velocità della luce, non così le persone, condannate ad un immobilismo perenne.