E' un giorno qualunque e il sole batte sull'asfalto, l'aria è afosa e qualcuno sventola freneticamente un volantino pubblicitario trovato lì per caso. Assistiamo ad una classica scena che ci capita di vivere tutti i giorni quando prendiamo un qualsiasi mezzo pubblico, eppure, stavolta non è la stessa cosa. Binario unico e due treni, errore umano lo chiamano i TG appena la notizia circola: "incidente ferroviario avvenuto sulla rete Bari-Nord, che collega Barletta al capoluogo pugliese. Due convogli della Ferrotramviaria si sono scontrati frontalmente alle 11,30 tra Corato e Andria."
In un momento le aspirazioni, i sogni e i baci promessi alla fidanzata precipitano insieme a quel terrificante scontro, sono dei numeri quelli che ci vengono riferiti durante le trasmissioni in diretta, numeri che continuano a salire man mano che i soccorsi, in mezzo a quell'inferno in una terra amata, trovano altri corpi sotto le lamiere.
Avevano dei volti quei numeri e, ancor di più, avevano delle storie. Non si può dire di conoscerli, ma ci riconosciamo in loro: c'è la studentessa fuori sede che ha finito l'esame e sta tornando dalla sua famiglia, la mamma e la figlioletta che stavano parlando di qualche gioco fatto il mese scorso a scuola, l'uomo con la barba che vuole tornare a casa per mangiare il suo piatto preferito, i nonni che vogliono vedere i nipotini; poi c'era qualcuno che aveva dei progetti, magari stava fantasticando su qualche sogno ad occhi aperti mentre ascoltava la sua playlist preferita.
Non si può dire di non riconoscersi in queste descrizioni, siamo vulnerabili quando decidiamo di usufruire di qualsiasi mezzo pubblico, non dipende da noi, purtroppo, se quello decide di funzionare bene o meno.
Qualcuno deve tutelarci, non è un'alternativa, ma un obbligo, ed è tanta la rabbia, oltre all'angoscia, quella che alberga nell'aria. "Hanno atteso troppo prima di migliorarlo, adesso è troppo tardi per pentirsene" dichiara qualcuno con estrema frustrazione.
Sicuramente, però, la vera lezione di umanità da far venire i brividi ce l'hanno insegnata i pugliesi: non appena è stata annunciata l'emergenza di sangue, chiunque poteva si è reso utile; la partecipazione collettiva a quel dolore ingiusto rende più forti nonostante sia un velo scuro steso oggi sulla portentosa terra.
Persino oggi, guardando il cielo, sembra una giornata normale: il sole batte sull'asfalto e non ci sono nuvole. Ma guardateli bene gli occhi di chi oggi si chiede come possa essere possibile che l'inferno e il paradiso siano così vicini, guardateli e capirete come per un fatidico errore umano alcuni paesaggi dentro l'anima siano cambiati per sempre.