Il reiterarsi degli attentati terroristici di matrice islamica nelle città europee, come quello del 14 luglio a Nizza, fa risuonare ancora una volta come profetiche le parole di Oriana Fallaci nella sua intervista a se stessa del 2004: «Continua la fandonia dell’Islam moderato, la commedia della tolleranza, la bugia dell’integrazione, la farsa del pluriculturalismo. Il nemico non è affatto un’esigua minoranza. E ce l’abbiamo in casa. Ed è un nemico che a colpo d’occhio non sembra un nemico. Senza la barba, vestito all’occidentale, e perfettamente inserito nel nostro sistema sociale».

Aveva davvero ragione la Fallaci o le sue parole rispecchiano soltanto l’indignazione emotiva di una combattente per la libertà e i diritti umani, da sottoporre ad un’analisi più ragionata? Se andiamo ad analizzare il mondo islamico, la situazione, infatti, è più variegata di quella rappresentata dalla Fallaci. I paesi integralisti sono quelli dove l’autorità politica e l’autorità religiosa si immedesimano e cioè dove la legge del corano (Sharia) è applicata in pieno, sia per le questioni private che per le procedure penali. Tra essi vi sono gli Stati più ricchi. Quelli, cioè, che l’occidente finanzia abbondantemente in cambio dell’approvvigionamento delle risorse energetiche di cui ha bisogno (gas e petrolio).

Taluni di questi paesi sono stati definiti “moderati”, per coprire con una veste di falso moralismo le politiche economiche dell’occidente ma è una “fandonia”, proprio come dice la Fallaci.

Vi è, poi, un gruppo di paesi dove la sharia si applica solo nelle questioni private e, anche se l’autorità politica di questo gruppo di paesi è indipendente da quella religiosa, le materie regolate dal diritto islamico investono i diritti umani, in particolare quelli della donna, che è posta in posizione subordinata all’uomo.

Ma, anche in questo caso, l’importanza strategica ed economica di taluni paesi ha fatto sì che le democrazie occidentali chiudessero un occhio, se non tutti e due.

C’è, infine, un terzo gruppo di paesi, a maggioranza o con forti componenti musulmane, dove il diritto islamico non si applica e, considerato ciò, possiamo rispondere a Oriana Fallaci che l’Islam moderato esiste.

Stiamo parlando della Turchia e degli Stati europei di Bosnia ed Albania, delle repubbliche ex-sovietiche a maggioranza musulmana della Tunisia e delle ex colonie francesi al di sotto della fascia del Maghreb. L’integralismo islamico, quindi, non è presente dappertutto, ma solo dove la componente etnico-culturale araba e lo sciismo (Iran) sono forti. Guarda caso, però, ciò coincide, in gran parte, con la posizione di paese esportatore di gas e petrolio.

Veniamo ai movimenti terroristici. Rappresentano tutto l’Islam? No di certo; ma chi li finanzia? Sicuramente i paesi più ricchi. E, qui, il gatto si morde la coda: abbiamo riempito di petrodollari i paesi produttori, soprassedendo sul problema dei diritti umani senza capire nemmeno lontanamente quali sarebbero state le conseguenze.

Oltre a Daesh e ad Al Qaeda, abbiamo veramente il nemico dentro casa, come ha detto la Fallaci, dopo aver allestito “la commedia della tolleranza, la bugia dell’integrazione, la farsa del pluriculturalismo”? Si e no.

Diversamente da quanto profetizzato dalla Fallaci, la ricetta della tolleranza e dell’integrazione sta, in gran parte, funzionando. Alcuni elementi di evoluzione in senso democratico dell’Islam integralista, dopo lo scivolone all’indietro della rivoluzione islamica in Iran del 1978 (favorita dall’Unione Sovietica), si possono, comunque, intravedere. In primis: la laicizzazione della Tunisia; l’affievolimento dell’applicazione della Sharia in Afghanistan, in Iraq e in Pakistan; il voto femminile in taluni paesi dove, sino a pochi anni fa, ciò sembrava impensabile.