Bangladesh: un locale a Dhaka assaltato da terroristi jiahdisti al grido di Isis: Ramadan di sangue nel nome di al-Baghdadi. Al grido di allah akbar si scrive l'ennesima pagina di un copione che, ormai, è tristemente noto. L'imprevedibilità delle azioni, dettate da un'astuta propaganda, che fa leva su uno pseudo-integralismo religioso, è l'arma più temibile.

Il mondo assiste attonito a crudeli esecuzioni, che falcidiano vite umane

Orlando, Dhaka, Bagdad, per ricordare le cronache più recenti, sono stati gli ultimi tasselli di un puzzle privo di una razionale definizione.

Si assiste, spesso impotenti, ad azioni subito rivendicate dall'Isis. Ma, quanto alla veridicità di un coordinamento internazionale del Califfato, sorgono molteplici perplessità. Lo scopo dell'Isis è quello di seminare terrore, di provare la propria forza, indipendentemente dalle sconfitte subite sul campo. E allora, in conformità di una regia diabolica e attenta, si strumentalizzano le operazioni terroristiche, compiute da individui o da gruppi isolati.

In realtà il problema si configura in una dimensione molto più complessa e profonda. Le ragioni di questa propaganda, ovviamente, vanno ricercate nella logica del potere, che ha sempre insanguinato le pagine della storia. Ogni integralismo religioso ha rappresentato nei secoli uno strumento di asservimento delle masse e un'arma per far scattare l'odio.

La religione come strumento di coercizione?

Che la religione, specie la religione di Stato, rappresenti uno strumento di coercizione è noto a tutti. Ne sono testimonianza il Giudaismo, il Cattolicesimo e, per ultimo, l'Islam, ma l'integralismo, qualunque esso sia, è l'apoteosi dell'asservimento. Spesso questo Dio, tanto esaltato, appare come un Dio crudele, assetato di sangue, un Dio che chiede vendetta (si pensi alla legge del taglione) e l'uomo, prontamente, si piega al suo volere.

Non ha importanza se si riduce al collasso l'economia dei propri connazionali, se popoli dilaniati dalle guerre piangono i propri cari, i loro miseri averi. Ciò che conta è la supremazia economica. Meglio seminare la paura, meglio distruggere che costruire.

E, intanto, i miliziani, artefici di queste stragi, diventano i protagonisti della crudeltà. E, così, Caino continua ad uccidere!