"amatrice non esiste più" è la frase celebre del sindaco di Amatrice (RI) Sergio Pirozzi. Amatrice, città divenuta simbolo deltremendo terremoto che il 24 agosto ha colpito l'Italia nel cuore, tanto geografico quanto emotivo. La disperazione regna sovrana tra quelle persone che in 90 secondi interminabili hanno perso tutto: casa, lavoro, familiari. Ora più che mai è necessaria la presenza delle istituzioni, con la Protezione Civile che è accorsa quasi immediatamente nei luoghi del disastro. Come la Protezione Civile, il corpo dei vigili del fuoco sta operando instancabilmente da 48 ore.

Sempre più numerose, infine, le persone che si presentano come volontari o come donatori di sangue, anche solo per offrire supporto morale ai cittadini di Amatrice, Pescara del Tronto, Accumoli, Illica e diverse altre frazioni.

Renzi: è tempo delle lacrime, non delle polemiche

Sbaglia il primo ministro, Matteo Renzi, ad allontanare le polemiche che inevitabilmente nasceranno dall'evento in questione. Attenzione, non si legga la precedente frase come difetto di umanità, ma come eccesso. Non si possono soffocare le polemiche quando quasi trecento persone perdono la vita, quando intere città, patrie di storia, cultura e bellezza, vengono rase al suolo come fossero di carta velina. Renzi ha assicurato che "nessuno resterà solo, ora è il tempo delle lacrime, ma anche dell'azione.

Non delle polemiche". Caro premier si sbaglia!

Tutti i danni della corruzione e mancata prevenzione

Sandro Pertini, dopo il Terremoto dell'Irpinia del 1980, disse: "il modo migliore per ricordare i morti è prendersi cura dei vivi". Ebbene prendersi cura dei vivi vuol dire combattere l'abusivismo edilizio, la corruzione di appalti che costruiscono male, la mancata prevenzione da effettuare su un territorio, quello italiano, fortemente sismico.

Ad Amatrice si è frantumata, sotto i colpi del terremoto, una scuola antisismica ristrutturata nel 2012. Se il caso avesse voluto che, invece del 24 agosto alle 3:36, ci fosse stato il terremoto il 23 settembre alle 10 di mattina? Quanti bambini avrebbero perso la vita? Per non parlare dell'ospedale di Amatrice, per il quale furono stanziati due milioni di euro per la prevenzione antisismica.

Quei due milioni non sono stati usati, ed oggi quell'ospedale è inagibile, obbligando il trasporto dei feriti a Rieti o nei centri vicini.

Matteo Renzi, così come il governo che rappresenta, deve garantire una ricostruzione efficace e rapida dei centri distrutti, magari evitando lo scempio di Berlusconi e Bertolaso a L'Aquila. Più di ogni cosa deve stanziare fondi per evitare frane durante terremoti (si veda l'esempio virtuoso di Norcia). Il Governo deve obbligare i singoli comuni ad utilizzare questi soldi per mettere in sicurezza le città e i palazzi più fragili.

Non può chiederci, il premier, di evitare le polemiche, perché evitare polemiche oggi vuol dire mettere la testa sotto la sabbia.

Vuol dire ignorare il fatto che a L'Aquila i palazzi siano stati ricostruiti con la sabbia del mare, vuol dire ignorare che l'appalto per la ristrutturazione della scuola di Amatrice, magari è stato vinto in maniera poco pulita e che nessuno ha vigilato sul corretto svolgimento del lavori.

Evitare le polemiche oggi significa mancare di rispetto a tutti quelli che hanno perso la vita per l'indolenza di chi governa, prima, e di chi costruisce, poi. Vuol dire darla vinta a questi personaggi che hanno sulla coscienza le morti dell'Irpinia, del Friuli, de L'Aquila, di Amatrice, Accumoli e via dicendo.

Moltissime le iniziative di solidarietà

Fortunatamente sono molte le iniziative di solidarietà, dalle migliaia di persone che si sono presentate per donare il sangue, ai vari centri di raccolta di materiale per gli sfollati, alla proposta la donazione del primo premio del superenalotto. Attivato un IBAN per le donazioni ed il numero per la solidarietà ai terremotati. Gli Italiani, come sempre in queste occasioni, stanno dimostrando unità e coesione lodevoli.