In un Paese, l'Italia, dove i valori importanti vengono meno ogni giorno che passa, anche il mondo del calcio costituito da personaggi che si riempiono la bocca di belle parole ha portato alla luce un altro esempio da non imitare. La situazione attuale che si è creata all'Inter dopo le rivelazioni scritte da Mauro Icardi nella propria autobiografia, che hanno portato a un duro scontro con la frangia di tifosi della Curva Nord, ha provocato l'innalzamento di un polverone che rischia di minare ulteriormente la già complicata stagione nerazzurra, non certo partita sotto i migliori auspici.
Il controsenso
Innanzitutto viene da chiedersi se non sia un controsenso pubblicare una propria autobiografia a soli 23 anni. E infatti lo è, come lo è anche il fatto che nessun membro della dirigenza nerazzurra a cominciare dal presidente abbia avuto l'accortezza di leggerein anticipo quanto riportato successivamente dall'attuale capitano nerazzurro nel libro uscito pochi giorni fa.
Una grossa mancanza che va a discapito della società nerazzurra, che non doveva esser messa in ridicolo e nel caos più totale a causa dei capricci di un personaggio (e, aggiungiamo noi, della moglie) che ha pensato prima ai propri interessi e non a quelli del club per cui gioca e che lo paga profumatamente.
La fine della vergogna
Le parole dure pronunciate dal vice-presidente Javier Zanetti e dal direttore sportivo Piero Ausilio prima e dopo la partita Inter-Cagliari lasciano presagire un lunedì di fuoco in casa nerazzurra, che oltre alle questioni di carattere sportivo si trova adesso a dover fronteggiare un'imbarazzante situazione che danneggia inoltre quei tifosi che seguono la squadra in prima persona.
Una cosa è certa: così l'Inter non può, e non deve, andare avanti. Principalmente per rispetto nei confronti dei suoi sostenitori, in secondo luogo perchè al 16 ottobre non è accettabile percepire un'aria piuttosto 'anarchica' all'interno dello spogliatoio. Serve il rispetto dei ruoli. L'ultimo comportamento tenuto da Icardi è a dir poco vergognoso, poichè il giocatore non ha minimamente pensato a ciò che si sarebbe scatenato all'interno e all'esterno della società.
E a questo punto alla società di corso Vittorio Emanuele non resta altro che cederloal più presto e lasciare che coltivi i propri interessi altrove: una squadra che avuto in passato giocatori del calibro di Picchi, Mazzola, Facchetti, Bergomi, Berti,Zenga, Zanetti e tanti altri, non merita di essere infangata da una persona attenta soltanto al proprio tornaconto. Icardi ha dimostrato di non meritare non solo la fascia di capitano, ma tutta l'Inter.