Mentre Saviano racconta la paranza dei bambini, in Europa piccoli Jihadisti crescono e Geert Wilders (esponente estrema destra in belgio) esorta su Twitter a far indietreggiare i pullman dei richiedenti asilo, in arrivo numerosi anche a Bruxelles. I giovani estremisti islamici presenti nel territorio belga, spesso non hanno legami diretti con esponenti di spicco dell'Isis ma si auto alimentano e vengono a loro volta alimentati da schemi piramidali che trovano la loro principale ed indisturbata fonte nei Social più conosciuti. Non è un caso che il terrorista Salah sia rimasto latitante per mesi, a seguito degli attentati di Parigi, in un quartiere, quello di Molenbeek, dove le etnie sono per la maggioranza Marocchine, Algerine, Sud Africane.
La realtà belga tuttavia appare differente rispetto alle altre città europee, essa è stratificata, esistono involucri e un cuore cittadino dove la multi culturalità è un bene comune per tutti, dove si fa un salto nell'antichità, tra i viottoli intorno a Saint Gery o alla Grand Place, dove si visitano musei ,botteghe antiche, opere storiche, giardini e parchi che ospitano manifestazioni sempre degne di nota. Vi è una Bruxelles che apre il festival del cinema mediterraneo, sorseggia la birra, gusta i piatti tipici locali, esprime la vita notturna intorno a Luise, apre i mercatini di Natale con un'atmosfera impareggiabile, ed una che invece vive nei quartieri del Tè alla menta, della tv Channel della Mauritanie, quella del Marocco senza ponti significativi con l'occidente,vi è persino una città che riaffiora dalla Gare du Nord con la pizza turca, i Murales turchi, la parlata araba.
Per le persone che dimorano questi quartieri (Molenbeek , Anderlecth, Ribaucourt, Gare du Midi) è importante giornalmente riallacciare con la propria tradizione, la propria cultura, lasciando fuori il resto del mondo.
Si parla la loro lingua, i matrimoni vengono celebrati ufficialmente con rito islamico e l'espressione della loro ritualità avviene sempre passando per la loro storia culturale.
Dal riconoscimento ufficiale della religione islamica, negli anni settanta, portata da Baldovino, la strada percorsa dai musulmani provenienti dalle altre etnie, in Belgio è stata veramente tanta e forse non ancora completamente definita, dove al fine di lasciare ampia libertà e rispetto ai culti monoteisti, molte tradizioni non locali hanno di gran lunga soppiantato quelle presenti nella regione.
Dopo il 22 marzo 2016, "bourgmastre", polizia locali, cittadini, con grandissimo impegno hanno tentato di ripristinare uno status locale più controllato, ma la strada è ancora molto lenta e difficile. Come italiana residente all'estero per motivi di crescita accademico professionale, mi auguro che nel nostro paese i dibattiti sull'immigrazione/integrazione, per il futuro, siano nel giusto esaminati ed approfonditi senza dover scivolare nella mediocrità che si legge spesso e volentieri dalle dichiarazioni dei nostri rappresentanti. Solo un'analisi attenta, sociologica, antropologica porta alla conoscenza e alla prevenzione di atteggiamenti radicalizzati. Il conoscere le modalità di sviluppo nel tessuto sociale di queste culture, cosi differenti dalla nostra, è fondamentale, cosi come lo è l'integrazione,senza ambienti ad ampio raggio così stratificati e così diversi.
Quando purtroppo la accentuata sovrapposizione tra individui si basa sulla superiorità o inferiorità economica, si rischia di agevolare il passaggio ad una sovranità economica più forte, che impone la propria tradizione culturale e spesso non moderata a chi è costretto a subirne gli effetti.