La morte di Castro è ormai fatto acquisito, atto finale di un personaggio già entrato di diritto nei libri di storia. Figura controversa, odiata e ripugnata non da poche persone. Da alcune in modo frettoloso, con ben poco spirito critico, ma appiattendosi a una certa mentalità comune ed eurocentrica. Ma non mancano tra gli oppositori personaggi di una certa importanza ed intellettuali di prestigio.

Per esempio Roberto Saviano su Facebook critica lapidariamente il tiranno Castro, reo di aver difeso i suoi crimini dietro irraggiungibili ideali.

Non si può certo dar torto a chi pone al di sopra di ogni discorso o speculazione il rispetto dei diritti umani.

Però se la verità risiedesse solo in questo pensiero, non si spiegherebbe perché un regime di questo tipo e la figura di Castro abbiano attratto per più di mezzo secolo così tanti sostenitori e simpatizzanti persone per tutto il globo.

Allora non si può dar torto neanche a chi afferma che Cuba ha rappresentato per decenni un baluardo all’aggressivo imperialismo americano, non solo militare, ma anche economico e culturale, che ha coinvolto per gradi diversi tutto il globo durante il XX secolo.

L'imperialismo e la via latina al socialismo

Nei Paesi più sviluppati questo imperialismo ha agito in maniera subdola, non arrivando mai all’azione militare palese, ma rimanendo sul piano economico e dell’egemonia culturale.

Nell’America Latina si è spesso risolto con tentati o riusciti colpi di Stato contro i governi socialisti che godevano di grande popolarità.

Le esperienze di Allende in Cile (deposto nel famoso 11 settembre 1973), Chavez in Venezuela, contemporanee a quella di Castro, dimostrano come si è cercato di soffocare un movimento, che in linea generale si può definire unitario.

Una “via latina” al socialismo, fondata sui valori della democrazia, della libertà e soprattutto della giustizia sociale, che ha migliorato sensibilmente le condizioni economiche, sanitarie e d’istruzione di tanti Sudamericani.

Socialismo oggi

Da questa esperienza travagliata è nato nel 1996 il Socialismo del XXI secolo, che attualmente presenta come esponenti di spicco: Maduro, erede di Chavez e attuale Presidente del Venezuela, e Correa Presidente dell’Ecuador.

Un nuovo socialismo ormai completamente slegato dal comunismo sovietico di stampo staliniano, ma anzi che spinge per una maggiore partecipazione politica all’uso frequente della democrazia diretta. Una posizione antitetica all’imperialismo e alla globalizzazione, ecologica, per il rispetto di ogni diritto umano, soprattutto di parola e di stampa.

Un movimento che cerca, in questo periodo di confusione nella politica mondiale, di dare all’America latina tutta e finalmente unita una legittima forza per un personale sviluppo, lontano dall’interferenze di scomodi vicini o del Fondo Monetario Internazionale, che sotto minaccia del debito pubblico cerca di dettare l’agenda politica.