The Young Pope è giunto alla fine, e nel bene e nel male ha fatto parlare di sé. Al di là delle critiche, se proprio dobbiamo dirla tutta, Sorrentino ha superato Sorrentino. Il premio Oscar, ha creato un film lungo dieci puntate, offrendo scene superbe con un buon look cinematografico e costumi spettacolari, e uno sviluppo dei personaggi che da semplici macchiette si evolvono, gradualmente, in uomini e donne pregni di quella fragile umanità che accompagna tutti gli uomini nel percorso della vita terrena.
La prima meta di un percorso: tragico è spirituale
Se un pregio ha la Serie TV, appena conclusa, è quello di avere offerto agli spettatori un potente affresco delle Curia Papale e di un giovane Papa che sebbene eternamente sconsolato, riesce ad umanizzarsi e come ultimo atto a liberarsi, dando prova della sua profonda sensibilità nella omelia “a viso aperto“, che tiene dalla basilica di San Marco. Questa serie è una parabola sulla tragicità della solitudine umana: Pio XIII è un uomo ingenuo, che scrive lettere d’amore che mai spedirà, un uomo combattuto, consapevole dei suoi umani limiti. Questi personaggi piangono, amano, sono spinti dai più bassi istinti, non sono onnipotenti, seppur lo appaiano.
Il giovane Papa, se nelle prime puntate è apparso un cinico conservatore ortodosso, nelle ultime puntate subisce una trasformazione, ad opera di ciò che lui stesso definisce l’unica salvezza: l’amore. Il suo sguardo severo e beffardo si ingentilisce ed il volto si riga più volte di pianto. E’ la storia di un uomo in profonda crisi spirituale, che parla con Dio e fa miracoli.
E proprio questa riteniamo sia l’essenza della serie TV: la necessità e l’urgenza di ritornare alla spiritualità che abbiamo disperso, contro una superficialità dilagante tra le file di coloro i quali hanno dimenticato il vero messaggio cristiano. Di taglio psicologico più che di azione, Sorrentino gioca con l’introspezione raggiungendo il momento di più elevato pathos mettendo in scena un’omelia finale portentosa, che istiga a sorridere e lascia con il fiato sospeso, in attesa della già preannunciata seconda stagione.