Finalmente The Young Pope di Sorrentino, ha svelato il suo lato umano. Eravamo abituati ad un Papa cinico, narcisista, megalomane, ma nella settima e nella ottava puntata finalmente, ci viene mostrato un Papa profondamente umano, cristiano, pur consapevole della sua scarsa fede in Dio. L’apice della sua umanità lo raggiunge nella strepitosa omelia in Africa, inaspettato durissimo attacco alla guerra e alla povertà, che rimane un momento straordinario, ricco di pathos.

Se nelle prime puntate il personaggio è apparso una figura “stonata “, adesso si offre agli spettatori nella sua fragile umanità: tormentata da dubbi, ma sinceramente ed intimamente speranzoso di potersi riconciliare con il suo passato e sicuro che Dio possa occuparsi personalmente di Suor Antonia, che fa mercimonio della fede cristiana per squallidi interessi personali, esercitando una vera e propria tirannia personale nei villaggi della bontà da lei fondati.

La morte, di cui sente la responsabilità, del suo migliore amico, l’incontro con i falsi genitori, la delusione delle fuga di Ester e del suo bambino, il viaggio in Africa: tutti questi eventi lo “trasformano” ed esprimono quella pietas di cui tanto sentivamo bisogno, per giustificare la ratio di una Serie TV che all’ inizio era apparsa a dir poco blasfema.

Sviluppi necessari

Sorrentino, via via che la serie si snoda, arricchisce i personaggi di sfumature, trasformando quelli che all’inizio sembravano macchiette in personaggi intensi, tragici, di quella tragicità che suscita misericordia. A fare da contraltare alla riscoperta umanità di Pio XIII, Sorrentino non dimentica la decadenza cara ai salotti romani, fatta di scene grottesche, botox e paillettes, che ci ricorda La grande bellezza.

Un affresco decadente che sottolinea lo stato d’animo del cardinale Dussolier, tormentato dal suicidio del giovane Sanchez.

Ed ecco allora, che il senso di colpa ed il peso per gli errori commessi, lo ritroviamo in un uomo annoiato, impotente, recluso a Castel Gandolfo. Sorrentino, abile nei contrasti, continua a costruire il suo The Young Pope tra suggestioni, visioni oniriche ed apparizioni.

Un Papa che non dimentica il profumo materno, figlio di hippies, che fa miracoli, perché come lui stesso dichiara: “Tutto quello che faccio, lo faccio per amore di Dio”. Nelle penultime puntate, non mancano gli intrighi ed i complotti, ma questa volta immersi in un’atmosfera grave e malinconica. Non manca neanche la tenerezza, quella velata tenerezza che stupisce ed imbarazza, che scorgiamo negli sguardi del Segretario di Stato Voiello e Suor Mary, in beata contemplazione davanti allo straordinario paesaggio africano, segno inequivocabile dell’ opera di Dio.

A due episodi dalla fine, siamo ansiosi di vedere come Sorrentino chiuderà la serie, tra la ricerca delle proprie radici, il caso Kurtwell e gli intrighi della Curia ed un Papa decisamente rivoluzionario.