Tanti ne hanno abbastanza e meditano di cancellare i loro profili, altri lo hanno già fatto: Facebook per molti è diventato una sorta di amplificatore delle cattive maniere, delle bufale e della violenza verbale, al riparo di uno schermo. Stavolta però, il social più famoso e criticato è stato la salvezza per la 42enne Laura Ziviani, scomparsa giovedì sera da casa senza lasciare neanche un biglietto, gettando nello sconforto i familiari.

Ritrovata con l'aiuto di Facebook

Infatti è stato un giovane utente a dare l'allarme alla Polfer, dopo aver riconosciuto la donna seduta alla stazione di Mantova.

Su Facebook erano stati pubblicati centinaia di post, con foto, in cui si pregava la donna a dare al più presto segni di sè; ed è proprio grazie a questi appelli che è stato possibile identificarla. Inizialmente Laura ha reagito in modo scontroso, dicendo che non era in possesso di nessun documento d'identità: c'è voluto molto tatto e pazienza da parte degli agenti, prima di poterla convincere a seguirli nella sede della polizia dove, controllando sul social, hanno poi avuto la conferma della sua identità. La donna è in buona salute, anche se in stato confusionale, ed è stata presa in custodia dai suoi familiari. Una vicenda a lieto fine, dunque, tra i tanti episodi negativi in cui Facebook ha mostrato la sua utilità; in gran parte dei casi, invece, sembra che una grossa parte degli utenti lo usi in modo sbagliato.

Soprattutto quelli che ci passano troppo tempo.

L'invidia serpeggia su Facebook

Un'indagine di qualche tempo fa mise in risalto, tra le altre caratteristiche negative, il gran senso di frustrazione provato da moltissimi iscritti: una costante, dolorosa sensazione di invidia, scatenata dallo scrutare morbosamente e quotidianamente la 'vita virtuale' di amici e conoscenti; alcuni più visitati di altri.

Questa è aumentata dal fatto che moltissimi profili di Facebook sono creati in modo da ingrandire, amplificare, mettere in risalto il benessere e la propria felicità. Anche se felici, non lo si è affatto. In pratica se un utente, guardando il profilo di un altro, ne percepisce l'allegria, la gioia di vivere, la positività - vera o falsa non importa - si sente spinto suo malgrado a offrire di sè un'immagine migliore; e così, il suo stesso profilo diventerà a sua volta 'invidiabile' per gli altri. Estremamente raro che gli iscritti ammettano di provare invidia, ma la attribuiscono facilmente agli altri. Sarà vero?