Chissà in quanti ieri, mentre sentivano elencare la lista dei ministri, avranno pensato alla loro maestra che ripetutamente diceva "Studia o verrai bocciato!". Ma vuoi vedere che questa mentiva? Ad alcuni sarà anche potuta venire in mente questa idea bizzarra e strana. Perché? Beh tra i nomi pronunciati dal buono e pacato Paolo Gentiloni sono riapparsi quasi tutti i componenti del governo Renzi. Ma ecco che, quasi alla fine, arriva la tanto sospirata frase: "Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio l'onorevole Maria Elena Boschi". Come dite?

La madrina della riforma solennemente bocciata dal referendum del 4 dicembre? Sì sì, proprio lei. Perché certe sconfitte valgono addirittura una promozione.

E comunque non fermatevi troppo a guardare le piccolezze e le sottigliezze di tutto ciò. La ministra più amata dall'ex premier ha mantenuto la parola data. "Se perdiamo cambierò mestiere", aveva detto ai microfoni di Lucia Annunziata qualche mese fa. Consultare il mai bugiardo YouTube per credere. E infatti così è stato: da ministra è diventata sottosegretaria, un cambiamento assai radicale. Mica bruscolini. Una donna di parola no? E poco conta l'importanza del ruolo, che è quasi una sorta di cabina di regia dove tutto passa e tutto si decide.

Per capire ciò basta pensare al fatto che Silvio Berlusconi affidava il compito al fido Gianni Letta. Ma è inutile perdersi in chiacchiere. Queste sono state fin troppo protagoniste delle campagna elettorale. Diventa però lecito chiedersi, come già detto, se la maestra aveva ragione oppure scherzava. Insomma, se non si studia si viene bocciati?

Forse dipende dall'argomento. O dall'età sulla carta di identità.

Ma poi qualcuno riesce davvero a vedere Maria Elena Boschi, madrina di una riforma costituzionale e nuova sottosegretaria, nel ruolo di ripetente indisciplinata e impreparata? Su dai, occorre essere buoni e gentili. Capisco che venga spontaneo pensare sempre alla maestra e alle volte che ha sgridato e rimproverato. Ma forse la differenza sta solo nel fatto che lei non risiedeva a Palazzo Chigi e gli alunni poco studiosi non erano onorevoli della Repubblica.