La consapevolezza è tutto. Nel bene e nel male. La conoscenza scaccia la paura. La certezza di essere ciò che si è sempre pensato di essere, ma che non si era mai riusciti a dimostrare al mondo. Questo verosimilmente è un almeno un minimo pezzo dello stream of consciousness emozionale che ha travolto l'animo, la mente e il cuore di Nico Rosberg dopo la vittoria di Abu Dhabi. L'estemporaneo annuncio ha colto tutto il circus della Formula 1 di sorpresa, a pochissimi giorni dal trionfo del tedesco.

E' la chiusura di un cerchio. E' l'eliminazione totale e definitiva di quel brutto avvoltoio posato sulla spalla che risponde al nome di "Eterno secondo".

La scalata di una montagna fino alla vetta, come lui stesso ha raccontato il titolo. Queste le prime parole sui social del neo campione del mondo e neo ex pilota di Formula 1.

"Ho deciso di chiudere la mia carriera in F1 adesso. È difficile da spiegare, sin da quando avevo 6 anni avevo un sogno ed era quello di diventare campione del mondo della Formula 1." Queste in estrema sintesi le parole del tedesco. Parole di una persona che ha raggiunto l'obbiettivo per cui ha lavorato e sputato sangue negli ultimi 10 anni.Seguono poi i retorici ringraziamenti previsti dal contratto di ogni vincitore che si rispetti. "Ora l'ho raggiunto, ho dato tutto per questo obiettivo per 25 anni e con l'aiuto di chi mi circonda, con l'aiuto dei tifosi, della famiglia e dei miei amici sono riuscito a farcela quest'anno"

E poi parole dolci ovviamente anche per la moglie e la bimba che non riportiamo.

Ammesso e non concesso che la decisione di Rosberg sia definitiva (il passato sportivo è ricco di ripensamenti in questo senso, da Michael Jordan a Michael Schumacher per restare in Formula 1 fino al grande Phelps), mi piace immaginare che questo Natale la famiglia Rosberg si ritroverà davanti a un caldo caminetto di una confortevole casa in legno finlandese con la piccola Alaia seduta sulle gambe di nonno Keke che racconterà le mirabolanti imprese a 300 kw orari sue e di papà Nico.

Di quei due titoli di Campioni del mondo che resteranno per sempre sulla mensola del salotto e di quel mondo che dopo aver esaltato nonno e papà aspetta ora le sue di imprese, siano esse di nuovo su una pista o chissà dove.