La vittoria dei Soul System alla decima edizione di XFactor ha smentito i pronostici. Forse non ha sorpreso proprio tutti, ma non era accaduto spesso che il favorito per la vittoria al talent di Sky Uno finisse per restare deluso e fosse costretto ad ammettere il ko come una Hillary Clinton qualunque. Si tratta del secondo gruppo della storia a trionfare ad XFactor, dopo gli Aram Quartet che vinsero la prima edizione e augurare loro più successo rispetto alla band salentina è davvero il minimo sindacale.

Perché i Soul hanno vinto?

Ma forse anche un esercizio inutile.

Perché così sarà sicuramente. Tutto si può dire meno che la vittoria dei Soul sia stata immeritata. A trionfare sono stati i migliori musicisti dell’edizione, ma anche gli interpreti più moderni, completi e versatili. In altre parole i più pronti per il tanto temuto salto nel mondo della musica “vera”. Ci sono pochi dubbi sul fatto che il successo sia assicurato, già a partire dalla qualità della prima fatica originale dei ragazzi. “She’s like a star” è stato infatti di gran lunga l’inedito migliore dell’edizione, sotto tutti i punti di vista: musicalità, interpretazione e modernità, seguito da quello di Roshelle, eliminata invece a sorpresa all’inizio della serata finale.

I “nostri” favoriti sono quindi finiti al quarto e al primo posto, ma va bene così, perché la cifra musicale dei Soul è ancora troppo alta per la cantante lombarda, che in finale ha pagato caramente qualche imperfezione di troppo nel cantato, oltre alla pessima scelta di Fedez di farla cantare in duetto con i Clean Bandit.

Ci sta, anche i migliori sbagliano, ma questa volta l’errore è fatale ed è costato tanto all’esperto giudice milanese, cui non è bastato aggrapparsi al successo dell’inedito della propria allieva, né alla speranza di trionfare con l’altra propria rappresentante.

Perché Gaia ha perso?

Le risposte sono molteplici. La più immediata è che pur all’interno di una nitida perfezione dal punto di vista vocale, la ragazza non è riuscita a trasmettere emozioni, lasciando l’idea di qualcosa di già visto nel panorama musicale italiano, a X Factor e non solo.

Così come Eva, che al contrario di emozioni ne ha date fin troppe, rimanendone prigioniera e al contrario dei Soul System, portatori sani di energia e qualità.

Alvaro e Arisa, per noi è no

Tutto è bene quel che finisce bene, quindi, anche per i giudici. Proprio questo infatti è stato il tasto dolente di quest’edizione di XFactor.

In altre parole, per buona parte hanno sbagliato tutto. Detto di Fedez, che è deragliato sul finale, e di un Manuel Agnelli che alla fine non ha demeritato, pur commettendo i propri errori (Silva Fortes) e dando l’impressione di non essere tagliato al 100% per questo ruolo, i “beautiful disasters”, per dirla con Mika, rispondono ai nomi di Alvaro Soler e Arisa. Il primo ha sì vinto, ma non si può dimenticare che i Soul erano stati eliminati agli Home Visit per far spazio ai Jarvis prima della rinuncia di questi ultimi. Sbagliare è umano, ma è come se dopo due allenamenti Luis Enrique avesse detto “Messi può essere ceduto”. La qualità va riconosciuta al primo ascolto e il fatto inquietante è che tutti gli ascoltatori l’avevano riconosciuta, fin dalle audizioni.

Come dire, non è questo il mestiere ideale per Alvaro, così come per Ari. Per la cantante lucana l’esperienza bis a XFactor è stato un calvario. Selezioni sbagliate, problemi di approccio con colleghi e pubblico fin dall’inizio, litigi e finale brutto brutto, con i fischi aprioristici degli spettatori del Forum. Arisa ha rischiato il crollo emotivo, finendo per resistere, ma i suoi giudizi e la sua presenza si sono rivelati davvero un optional. Domani sarà già XFactor 11 con il via alle selezioni. La musica alla fine vince quasi sempre. Adesso la produzione trovi giudici adeguati.