La recente scissione del PD, avvenuta a seguito di divergenze tra il gruppo dirigente del partito e la minoranza interna, ha sconvolto il quadro politico nazionale. Grossa la responsabilità per quella parte che non ha saputo, o voluto, impedire ciò che realmente è avvenuto: la scissione. I motivi erano superabili, se fosse prevalsa, non dico la democrazia, ma solo il buon senso. Bisognava subito aver messo mano alla modifica della legge elettorale bocciata dalla Consulta, ed eliminare i capilista, per non dare la sensazione che gli stessi potessero essere appannaggio solo di una parte.
Altri aggiustamenti potevano essere trovati col dialogo, che è completamente mancato.
La minoranza sottovalutata
La storia ci dice che, le divisioni, in politica, sono perdenti e che, 'l'unione fa la forza'. Nella gestione del partito è mancata la parte più importante, e cioè il coinvolgimento di tutto il partito nel prendere le decisioni sui provvedimenti, e non solo della maggioranza. In buona sostanza Renzi doveva essere il segretario di tutto il partito, e non solo di una parte. Questa manchevolezza si è poi riscontrata al referendum del 4 dicembre 2016. Non solo, ma quel coinvolgimento, a cui ci riferiamo, poteva anche evitare la bocciatura della legge elettorale e tante altre cose. Si è, insomma, avuto la pretesa, in virtù della maggioranza interna, di poter operare indisturbati.
In democrazia la maggioranza governa, è vero, ma meglio se coinvolge in qualche modo la minoranza.
Necessità di ricomporre il quadro
Noi riteniamo che a tutte le cose si possa porre rimedio: le parti in causa possono, anzi devono dialogare, ed instaurare un rapporto sui problemi della nostra società. Col contributo di tutte le parti si possono cercare soluzioni idonee.
La verità non è mai da una sola parte. Avanti quindi, mettendo da parte rancori e livori personali, al dialogo per ricomporre insieme le ragioni per procedere, ciascuno nel suo ruolo, ma insieme nell'interesse del paese Italia. Aprirsi all'altro è il segreto per capirsi meglio, e trovare strade nuove e utili a tutti. Non vi sono altri modi per andare avanti. Le opposizioni alle sinistre si stanno già organizzando e preparando alla gestione del potere, che sperano di cogliere a seguito della crisi dei partiti della sinistra, di cui abbiamo parlato.