I nostri autori odierni di commedie hanno pregi e difetti, ma un comune denominatore di base: l'attenzione alla realtà. Se Genovese ci aveva proposto "Perfetti sconosciuti", un gioiello della commedia all'italiana che rimarrà come film del nostro costume anche negli anni a venire - non doppiato da "Beata ignoranza" di Massimiliano Bruno che è invece una commedia leggera - ora Edoardo Falcone ci propone il suo ultimo "Questione di Karma", un film che tiene assieme Mario Pitagora (Elio Germano), cialtrone che si arrabatta nella vita di tutti i giorni, con Giacomino Antonelli (Fabio De Luigi), persona ricca e sensibile che vive in mondo tutto suo per sfuggire alla perdita per suicidio del padre.
Giacomo si convince, durante un percorso tutto suo basato su letture orientali, che Pitagora è la reincarnazione di suo padre e Mario ne approfitta per sbarcare il suo lunario. La commedia qui è velata da risate e nostalgia - un tipico prodotto falconiano.
Poi, nel disvelamento del doppio inganno subito, Giacomo capisce che il primo, la sentenza del professore che gli ha indicato la persona reicarnata, nascondeva anche un insegnamento di vita che gli indicava di seguire i desideri nella responsabilità. Finale lieto: nei film di Falcone non è scontato. Sulla prova degli attori possiamo dire che avevamo una perplessità a vedere Elio Germano in un ambiente comico, ma abbiamo capito la sua grandezza di attore che sa passare da Leopardi a Pitagora Mario con una leggerezza che spiazza.
De Luigi alle soglie dei cinquant'anni sorprende per la maestria: da cialtrone a 'pesantone' triste. "Questione di karma" ne esce bene: si va al Cinema pensando alla solita descrizione divertente delle nostre ubbie quotidiane sugli atteggiamenti positivi che salva dalla sofferenza inevitabile della vita. Si esce con un sentimento di gratitudine verso l'autore che lungi dall'atteggiarsi a santone di ritorno indica anche una strada per vivere: scegliere secondo i desideri e capire anche gli altri che non ce la fanno o che sono diversi da te.