E' di poco fa la notizia che tre esplosioni si sarebbero verificate sull'autostrada a dieci chilometri dallo stadio dove si sarebbe dovuta disputare una delle due partite dei Quarti di Finale di Champions League, con protagonista il Borussia Dortmund e il Bayer Monaco. I vetri del pullmann della squadra, andati in frantumi, avrebbero ferito un calciatore, forse Bartra, ma la Società sportiva non ha confermato ufficialmente il nome del giocatore ferito. Il nome è stato diffuso dal settimanale sportivo spagnolo Marca. La polizia sta facendo accertamenti e indagini per verificare se si tratti di un attentato terroristico o di un crimine commesso direttamente contro la squadra del Borussia Dortmund.

Tutte le piste sono ancora aperte. Altri particolari non sono ancora trapelati. L'unica cosa che è certa è che le ferite riportate dovrebbero essere leggere. Nessuno dovrebbe essere in pericolo di vita. Il giocatore interessato dovrebbe essere stato ferito ad un braccio da delle schegge di vetro dei finestrini andati in frantumi, e ora si troverebbe in ospedale, sotto osservazione a causa dello shock subito. La partita è stata rinviata a domani alle 18 e 45, e molti tifosi sono stati avvertiti quando ormai erano già allo stadio, in attesa dell'inizio del match.

Il calcio è entrato nel mirino dei terroristi? La strategia della paura ha fatto un salto in avanti?

Non sappiamo ancora quale sia la matrice di questo vile attentato, se terroristica o meno, lo ribadiamo.

Ma, certamente, se dovesse essere rivendicato come attentato terroristico o dovessero saltare fuori le prove che dimostrerebbero questa tesi, si aprirebbero davanti ai nostri occhi scenari davvero inquietanti.

E' vero, ultimamente le misure di sorveglianza negli obiettivi sensibili erano state incrementate notevolmente in tutti i paesi europei.

Ed anche in Italia, il Viminale ha preso tali misure, ma ciò che è accaduto ci porta a domandare se siano sufficienti. L' attentato, se di attentato si tratta, è avvenuto a 10 chilometri dallo stadio dove si sarebbe dovuta disputare la partita, quindi lontano da occhi indiscreti, lontano dalle misure di sicurezza predisposte e tarate da tempo e in un luogo, un'autostrada, impossibile da sorvegliare in ogni singolo tratto.

Se di attentato terroristico si tratta, abbiamo una dimostrazione in più che siamo in guerra. Una guerra non convenzionale, combattuta senza tradizionali regole di ingaggio e dove gli obiettivi sono fondamentalmente due: primo seminare la paura e il terrore in ogni parte del continente e in ogni istante e, secondo, fare più vittime possibili e far soffrire noi occidentali come hanno sofferto i popoli mediorientali.

Vincere questa guerra è essenziale per la pace e la sicurezza mondiale.