Eccoci dinanzi a un ennesimo esempio di falla nel sistema della Politica italiana. Non potevamo che aspettarcelo. Ancora una volta un problema che andava risolto e/o bloccato sul nascere anni e anni fa, è stato trascurato, se non soppiantato da altre questioni 'di vitale importanza'.
Nuovamente la politica italiana ha dato dimostrazione della sua capacità di scovare problemi secondari se non inesistenti, tralasciando o mettendo in secondo piano le questioni da risolvere realmente, questioni che, se lasciate in sospeso, avrebbero via via alimentato il malcontento generale.
E così è stato. Stiamo parlando dell'emergenza migranti a Roma, problema risolto solo in parte nella giornata di ieri da parte del comune di Roma.
Ma procediamo con ordine. All'alba di un sabato di metà agosto, cinquecento uomini in divisa hanno attuato lo sgombero dello stabile in via Curtatone nel quale dal 2013 ci vivevano fra gli 800 e i 1000 migranti, soprattutto rifugiati e richiedenti asilo.
Secondo il prefetto di Roma, Paola Basilone, lo sgombero era da attuare. Spiega il motivo del provvedimento da prendere su il 'Corriere della Sera': "c'era una denuncia dei proprietari e c'erano stati diversi provvedimenti di sequestro mai ottemperati".
Una volta sgomberato il palazzo in via Curtatone, 100-150 migranti si sono accampati in piazza Indipendenza.
Proteste da parte dei rifugiati: in piazza danno voce ai loro malesseri
Tra valigie, sacchi neri, scarpe, stampelle, scolapiatti, peluche e altri oggetti domestici sparpagliati per strada, i migranti si fanno sentire, alimentando proteste (che vedono protagonisti anche le forze dell'ordine) per rinnegare quanto detto in questi anni circa la loro condizione.
Smentiscono ad esempio le voci che circolavano riguardo ai 35 euro che prenderebbero al giorno. In realtà è venuto fuori che i 35 euro a persona sono i soldi percepiti dalle cooperative.
Altra questione sollevata: un appello sul malcontento di restare in Italia
"La legge ci obbliga a restare qui" comunica uno dei rifugiati. A sentire le loro proteste, è emerso che molti migranti hanno provato ad andare via dall'Italia, ma senza successo, senza alcun riscontro positivo.
"Il lavoro a stento si trova e quando lo si trova è precario e sottopagato. Una volta trovato un lavoro, non si riesce a trovare un'appartamento". Secondo le loro testimonianze, una volta trovata casa, veniva loro impedito di abitarla, benché disponessero dei mezzi per pagarne l'affitto. Questo "perché neri". Retaggi o psicosi migranti? Probabilmente ambedue le cose, ma per avere un quadro generale completo e trarre delle giuste conclusioni con raziocinio bisogna sempre sentire tutte le campane.
Non si può di certo parlare di razzismo, ma solo di panico generale scatenato per colpa delle finte manovre dei nostri esponenti politici.
Soluzione per i migranti: bocciata da ambedue le campane
Mercoledì 23 agosto è stata proposta una soluzione alternativa per i 100-150 rifugiati accampati in piazza dell'Indipendenza.
Si sono messi in moto il Comune e i proprietari del palazzo di via Curtatone. Il Comune ha offerto a 80 dei migranti delle collocazioni in due strutture SPRAR (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati) di Roma, mentre i proprietari dello stabilimento hanno offerto posti a 40 famiglie per sei mesi in alcuni villini che gestiscono a Rieti. Esito? Negativo, sia da parte dei rifugiati che da parte del sindaco di Forano, esponente del PD.
I migranti hanno fatto perno sul fatto che i loro figli hanno effettuato le iscrizioni a giugno presso una scuola di Roma e hanno sempre frequentato quella scuola, ragion per cui sarebbe improponibile per loro ripartire da zero a Rieti.
Hanno inoltre fatto leva sul discorso dei terremotati di Ischia, facendo un confronto tra la loro situazione e quella dei terremotati, un modo come un altro per dire "due pesi e due misure".
"Non vogliamo essere presi per ingrati. Se alle persone che hanno avuto la disgrazia di perdere casa a causa del terremoto a Ischia offriste come soluzione quella di andare a vivere a Rieti e se costoro si rifiutassero, li riterreste ingrati?". Quesito retorico nonchè provocatorio, naturalmente. Si sono inoltre paragonati ai terremotati per via della perdita di un'abitazione che fino ad allora li aveva ospitati.
L'altra campana è rappresentata da Marco Cortella, esponente del PD nonché sindaco di Forano, una delle località in provincia di Rieti che dovrebbero ospitare queste persone. Costui ha annunciato di non essere stato informato circa questa soluzione e ha comunicato il suo dissenso nell'ospitare i rifugiati.
Insomma, se l'Italia sta andando a rotoli non possiamo che porci due domande, magari iniziando proprio a puntare il dito contro i nostri politici, coloro i quali dedicassero almeno un terzo del tempo a rimboccarsi le maniche e risolvere le vere problematiche invece di pensare a cercare riscontri mediatici, forse non saremmo arrivati a dover fronteggiare questa "psicosi-migranti" insita in tutti noi.