Ormai quasi tutti i concorsi pubblici di una qualche rilevanza prevedono lo svolgimento di una prova preselettiva consistente nella somministrazioni di quesiti a risposta multipla: se questa è una modalità efficace per ridurre il numero dei partecipanti alle prove scritte, e quindi diminuire la discrezionalità delle commissioni, accelerando al contempo i tempi della selezione, tuttavia essa viene spesso malvista da parte dei partecipanti, che non si ritengono portati, per vari motivi, a un simile genere di prova.

Imparare a memoria o studiare dai libri?

La principale strategia utilizzata è quella di imparare a memoria tutti i quiz della banca dati che viene pubblicata. E' la più efficace, ovvero quella che porta ai risultati migliori, cioè a rispondere al maggior numero possibile di domande in maniera esatta?

E' la più efficiente, cioè quella che fa conseguire il massimo risultato con il minimo sforzo, ossia è la più veloce e meno faticosa, non a breve termine, cioè per superare la prova, ma a lungo termine, ossia per vincere il concorso? Per entrambe le domande la risposta, lapidaria, è la medesima: no. Imparare a memoria non è una strategia efficace, né efficiente sul lungo termine: non garantisce di annerire il quadratino giusto, fa perdere un sacco di tempo inutilmente e non ha alcuna utilità per il proseguo del concorso.

Imparare a memoria è utile?

Vediamo di analizzare uno per volta le questioni: in primis, perché affidarsi alla memorizzazione bruta non è una strategia efficace. La risposta è abbastanza intuitiva: a meno di possedere capacità mnemoniche prodigiosa, degne di Pico della Mirandola, è virtualmente impossibile imparare a memoria migliaia di risposte, spesso subdolamente simili tra loro proprio per indurre in errore.

Occorre considerare che molto spesso per passare la prova si deve fare percorso netto, ovvero zero errori, e sui consueti migliaia di candidati che si presentano ai concorsi più gettonati sicuramente ce ne saranno diverse centinaia che rispondono correttamente perché conoscono bene le materie, e non hanno bisogno di memorizzarle.

Ipotizziamo pure che spremendosi le meningi e affidandosi alla fortuna si possa comunque superare la prova preselettiva: si sarà raggiunto il risultato con molto meno sforzo di quello che si sarebbe fatto studiando tutte le materie in modo canonico, quindi in modo efficiente, ma solo sul breve termine. Al momento di sostenere le prove scritte, infatti, lo studio mnemonico fatto per i quiz non servirà assolutamente a niente, e si verrà inevitabilmente bocciati; e lo sforzo fatto non servirà neanche per altri concorsi: insomma, sarà stato tempo perso.

Un utile compromesso

Non esistono quindi scorciatoie allo studio sistematico e approfondito delle materie d'esame: una deviazione apparentemente furba dalla strada maestra vi potrà forse aiutare a superare un guado difficile o dei tornanti tortuosi, ma poi vi lascerà impantanati, perderete tutto l'apparente vantaggio che avevate avuto in un primo tempo e non raggiungerete mai la meta.

Tuttavia, come in tutte le cose, non bisogna essere manichei: la virtù sta (quasi sempre) nel mezzo: la strategia migliore è prepararsi sui libri, in modo che le nozioni apprese consentano di rispondere correttamente alla maggioranza delle domande (con uno studio di buon livello si riesce a rispondere almeno al 70-80%) e imparare le restanti che si fatica a ricordare, e che non solo saranno molte meno, ma verranno più facilmente memorizzate perché se ne comprende la logica e la collocazione sistematica.