La retorica propagandistica dei partiti politici italiani è ormai avviata verso la lunga campagna elettorale che ci attende per le Elezioni politiche del 2018. Elezioni con le quali gli italiani selezioneranno Deputati e Senatori che formeranno il prossimo parlamento. Sarà una lunga ed estenuante campagna elettorale che partirà tra pochi giorni per l'elezione regionale in Sicilia e proseguirà fino alla data del voto nazionale che non sarà prima del Marzo/Aprile 2018.

Lo scontro politico

Indipendentemente dal risultato delle elezioni siciliane, appare evidente che gli schieramenti in campo saranno sostanzialmente tre: Partito democratico, MoVimento Cinque Stelle, Centro Destra.

Uno triopolio ormai consolidato che, al netto delle piccole coalizioni e dei micro partitini che si presenteranno oltre questi tre schieramenti, abbiamo imparato a riconoscere.

La novità, o meglio il ritorno al passato, sarà invece il sistema elettorale con cui il parlamento verrà selezionato. Con il ritorno al proporzionale, diretta conseguenza del referendum del 4 dicembre sulla Costituzione e della bocciatura dell'Italicum da parte della Consulta, gli schieramenti in campo dovranno ottenere un ampio risultato per poter avere un minimo di possibilità nella costruzione del futuro governo. Stando ai sondaggi, risultato assai difficile.

Appare evidente che centro-sinistra (e quel che gli gravita attorno), M5S e centro-destra, avranno un risultato molto simile tra loro e le distanze politiche che passano tra i tre schieramenti difficilmente consentiranno la formazione di un governo stabile e duraturo.

Un risultato molto simile al "pareggio" del 2013 quando, data l'impossibilità da parte dei partiti di costruire una maggioranza, toccò prima a Letta, poi a Renzi ed infine a Gentiloni di tenere insieme una "grande coalizione" (che poi nel tempo è diventata sempre più risicata).

La sconfitta della politica

Tralasciando gli scenari più razionali che auspicherebbero il sotterramento dell'ascia di guerra da parte di tutti gli schieramenti attualmente in Parlamento subito dopo le elezioni per creare assieme una legge elettorale che consenta dopo le elezioni di avere un Governo, il dato che rimane è quello della sconfitta della politica.

Cinque anni di legislatura, tre governi, numerosi cambi di casacca, una riforma costituzionale, svariati tentativi di legge elettorale. Eppure alla fine si tornerà al solito pantano da Prima Repubblica. Cinque anni in cui le responsabilità si suddividono perfettamente tra chi a governato (a cui va il merito di averi almeno provato, magari sbagliando, a cambiare qualcosa) e chi ostinatamente all'opposizione ha lavorato per far saltare tutto in aria.

Cinque anni persi a rincorrersi in perfetto politichese, denigrando l'avversario senza pensare all'interesse di una Nazione che ha terribilmente bisogno di cambiare.

L'attendismo che sognano tutti, le mani libere utili per poter, dopo le elezioni, restare a sguazzare nel caos del pantano politico. Dove contano più tatticismo e qualunquismo che non passione e capacità. In barba ai reali problemi del paese.