Stiamo vivendo un periodo storico denso e delicato; come ci ha insegnato la Storia, gli errori si pagano sempre, e forse il nostro conto sta arrivando, e non ha l'aria di essere poco salato.

Corea del nord: già siamo in guerra

Il leader nord-coreano Kim Jong-un ha dichiarato di sentirsi ormai già in guerra, date le minacce di Donald Trump, e di essere pronto ad abbattere gli aerei americani; come se non bastasse, sembra che il dittatore si senta legittimato dalla carta dei diritti dell'Onu a fare tutto ciò. Quello a cui ci troviamo di fronte è un possibile e imminente disastro.

Sembra che le storie di Hiroshima e Nagasaki non ci abbiano insegnato nulla, dal momento che alcune persone si permettono di giocare su un argomento delicato come il nucleare, che al giorno d'oggi potrebbe significare benissimo l'annientamento di tutto il nostro pianeta. Capricci di due bambini, che pur di conservare il loro orgoglio e la loro potenza, sono disposti a mettere in pericolo tutto il globo.

Tutti gli anni in cui l'occidente ha cercato di riprendersi per i disastri causati durante la seconda guerra mondiale sembrano essere gettati al vento; colpa sicuramente anche della superiorità da sempre intrinseca nella mentalità occidentale. C'è da dire infatti, che anche noi, spesso nascondendoci sotto la nostra maschera di democratici liberatori, abbiamo portato la devastazione in tanti continenti.

E cosa c'entra l'ascesa dell'estrema destra tedesca in tutto questo?

Cade a pennello, dal momento che una situazione di crisi finanziaria e psicologica, in cui comincia la sua ascesa un partito di estrema destra xenofobo, razzista e nazionalista, sembra essere molto familiare. Infatti, chi un minimo abbia studiato la storia, conosce benissimo le modalità attraverso le quali Adolf Hitler divenne cancelliere tedesco.

Come se non bastasse, ecco a voi un altro dettaglio inquietante: Frauke Petry, per molto tempo leader del partito di estrema destra tedesco AfD (oggi terzo partito nel paese a seguito delle elezioni), ha dichiarato in un'intervista all'Espresso, che l'unica soluzione per i migranti sarebbe quella di collocarli in due isole extraeuropee a tempo indeterminato.

Qui non si stratta di essere di destra, né di sinistra, né di qualsiasi altro schieramento politico: in un mondo che ha intrapreso già da tempo una trasformazione all'insegna della globalizzazione e del cosmopolitismo, queste sono serie minacce a tutto l'equilibrio che si è cercato di costruire in questi anni.

Spesso gli studenti criticano lo studio della storia, che sembra essere così noioso e inutile, ma non si rendono minimamente conto di cosa voglia dire conoscere bene gli errori del passato per la salvaguardia del futuro. La storia è una ricchezza senza eguali, è ciò che ci insegna cosa siamo stati, cosa siamo e soprattutto cosa saremo. Ma forse, a giudicare dagli eventi odierni, è un tipo di studio ormai davvero sottovalutato.