Le elezioni tedesche hanno causato non pochi grattacapi in tutta Europa. Diverse erano e sono le questioni in ballo: la Germania continuerà a sostenere il progetto europeo, specialmente adesso che gli Stati Uniti stanno nuovamente abbracciando i vecchi dogmi isolazionisti, mentre l'Inghilterra si separa da Bruxelles? Quali saranno le future decisioni di Berlino sulla politica monetaria e sull'immigrazione? I populisti sono destinati a vincere in tutta Europa? Per quanto riguarda la Germania in particolare, non rischiano di riproporre inaccettabili rievocazioni del passato nazista?

Un articolo della Frankfurter Allgemeine pubblicato sulla home del giornale tedesco conservatore la sera prima del voto, ovvero sabato 23 settembre 2017 quasi alle ore piccole, fa pensare. Il titolo era - anzi è, visto che l'articolo è ancora online - "Martin Schulz salva il salvabile: chiusura della campagna elettorale SPD ad Aachen" (nel Land Nordreno Westfalia). Uno dei sottotitoli presentava un virgolettato inquietante: Egal, was morgen rauskommt.

Letteralmente sarebbe: "Uguale ciò che vien fuori domani". In realtà il tedesco ha due parole, egal e gleich, per esprimere indifferenza: nel caso di gleich si tratta semplicemente di affermare che non si nutre una particolare preferenza per un'opzione rispetto all'altra, mentre egal è più volgare (esiste anche la volgarissima versione scheiss egal che significa letteralmente "me ne importa come di una m") e denota proprio menefreghismo.

A pagina 3 dell'articolo veniva spiegato che Martin Schultz stava in realtà riprendendo una frase della cancelliera Angela Merkel: "Uguale che cosa viene fuori domani; è stata comunque una grande, meravigliosa campagna elettorale".

Da un lato questa scelta lessicale molto volgare può apparire come un tentativo di comunicare anche a un pubblico non colto (anche rauskommen è una contrazione del più corretto grammaticalmente herauskommen) che "è uguale chi vince, perché comunque siamo una grande democrazia e né io, né Martin Schulz, che è il mio concorrente serio per il posto di cancelliere, la metteremo mai in discussione - frase che appunto poi sarebbe stata ripresa dal suo rivale con le medesime parole, salvo alcune precisazioni sul fatto che lui non correva a cancelliere per i sondaggi, ma "per i miei principi, per l'Europa e per una maggiore giustizia").

Dall'altro però ferisce l'indifferenza verso un esito di una campagna elettorale che, anche per responsabilità dei partiti al governo, è stata scialba e poco vicina ai giovani e agli strati popolari, e che alla fine ha premiato con quelli che potrebbero essere 90 seggi nel Bundestag forze politiche come l'Afd, che in alcuni segmenti si dichiarano neonaziste, e che in quanto tali si sperava rimanessero escluse dalla vita parlamentare.

Naturalmente speriamo tutti di poter dire con il commentatore di Sky Tg 24 Udo Gumpel che la democrazia tedesca tiene, visto che "l'87% dei tedeschi non ha voluto votare per gli estremisti". Ma bisogna pur sempre ricordare che, all'alba triste dell'epoca nazista, il filosofo Martin Heidegger era così sicuro delle conquiste della Repubblica di Weimar da affermare che "Berlino è la nuova Atene".