L'ex asilo di Multedo, genova, ospiterà circa 50-70 migranti. Questa notizia ha infiammato gli animi dei residenti facendogli fare cose di cui non sarebbero mai stati capaci. O forse si, visto che l'hanno fatto. Le riflessioni su quanto accaduto vogliono essere le più banali: cosa porta un essere umano a odiarne un altro? Quel che ultimamente ci si chiede è il perché di tanta cattiveria e, vista questa vicenda, come si possa puntare il dito verso persone che ancora non si conoscono e non si sa se mai faranno qualcosa di male. Solo perché sono migranti?

Cambiare mentalità sarebbe la cosa giusta da fare. Pensare che forse noi, prima, siamo stati come loro. Chi è andato in America e chi dal Sud ha "invaso" le città del Nord.

Siamo bravi a ribellarci, ma lo facciamo nel modo sbagliato

Per farvi riflettere: "Cosa intende per nazione, signor Ministro? Una massa di infelici? Piantiamo grano ma non mangiamo pane bianco. Coltiviamo la vite, ma non beviamo il vino. Alleviamo animali, ma non mangiamo carne. Ciò nonostante voi ci consigliate di non abbandonare la nostra Patria. Ma è una Patria la terra dove non si riesce a vivere del proprio lavoro?", è il pensiero di un emigrante italiano del XIX secolo.

Lanciare pietre contro un ex-asilo, organizzare riunioni contro altre persone, puntare il dito (verso chi poi?).

Ecco, invece di etichettare tutti come "delinquenti, stupratori, ladri, portatori di malattie (che poi noi non siamo i perfetti, i buoni, al massimo siamo i Bravi), pensiamo e riflettiamo sul fatto che siamo tutti sulla stessa barca. A chiunque potrebbe capitare quel che sta succedendo a questa gente: si possono cambiare le cose, se non volete essere disturbati a casa vostra non prendetevela con chi non può farci niente.

"Casa vostra": dove abbiamo avuto la fortuna di nascere o di essere accettati e di avere tutto.

I fatti successi a Genova

Entro ottobre il complesso ospiterà circa una cinquantina di profughi: i lavori sono iniziati nelle settimane scorse, come è iniziata la rabbia dei residenti. Sabato scorso, 23 settembre, c'è stata una riunione con Don Martino, direttore dell'ufficio diocesano, che ha provato a dare chiarimenti al riguardo: i migranti verranno seguiti, integrati e seguiranno una scuola.

I residenti non si sono fatti convincere e hanno iniziato una raccolta firme contro il progetto. Anche il presidente del Municipio, Claudio Chiarotti, ha dichiarato che per aprire un centro di accoglienza non ci sono le condizioni giuste. Dal fatto di venerdì mattina (il lancio di pietre contro la struttura) molti residenti hanno preso le distanze. Stiamo impedendo l'integrazione, stiamo abbandonando chi ha bisogno. Stiamo dimenticando che un giorno noi eravamo i bisognosi, e potremmo esserlo di nuovo, e qualcun'altro ci girerà le spalle.