Sei vittorie e un pareggio, questo il rendimento dell'Inter nelle prime sette giornate del campionato. A poco più di un mese dall'inizio del campionato la classifica sorride ai nerazzurri grazie ad un percorso quasi perfetto fino ad ora. Quasi perchè, oltre al pareggio di Bologna che ha impedito ai ragazzi di Spalletti di vincere tutte le gare disputate fin qui, i nerazzurri hanno portato a casa i tre punti senza mai convincere del tutto. Le uniche eccezioni sono la gara contro la Fiorentina alla prima giornata e l'ultima mezz'ora del match all'Olimpico contro la Roma nella seconda.

Dopo il rendimento delle prime due gare, esperti e non, credevano che quelle prestazioni sarebbero state l'inizio di un percorso di crescita che avrebbe portato l'Inter a racimolare punti attraverso buone prestazioni.

La storia, fin qui, è stata ben diversa. Tante vittorie sofferte e un pareggio raggiunto solo grazie ad un calcio di rigore causato da un'ingenuità di Mbaye. Domenica contro il Benevento per la prima mezz'ora si è rivista l'Inter delle prime due giornate. Bel gioco, doppio vantaggio e dopo appena venti minuti la gara sembrava notevolmente in discesa. Sembra essere il preludio di una tranquilla domenica di campionato, ma la squadra di Spalletti soffre ancora di quelle amnesie che da anni attanagliano la beneamata.

Improvvisamente il Benevento si risveglia dal torpore e trova con D'Alessandro il gol che riapre la partita a pochi minuti dalla fine del primo tempo. Nella seconda frazione di gara ci si aspettava che i nerazzurri rientrassero in campo con lo stesso piglio della prima mezz'ora di gioco, ma così non è. Gli uomini di Spalletti giocano un secondo tempo opaco, sotto ritmo e cercando principalmente di addormentare la partita piuttosto che provare a chiuderla.

Il Benevento non si arrende e solo un palo si frappone fra la squadra di Baroni e quello che sarebbe stato un clamoroso pareggio.

La somiglianza con la squadra di Mancini

Il ritornello ripetuto in questo periodo è "Se vince giocando male, vedrete quando giocherà bene". Suona familiare, vero? E' lo stesso ritornello che si sentiva durante i primi sei mesi della stagione 2015/2016 quando sulla panchina nerazzurra sedeva Roberto Mancini.

I tifosi nerazzurri sono autorizzati a fare tutti gli scongiuri del caso, ma l'attuale situazione non può che portare alla mente quella sciagurata annata. A Natale l'Inter si ritrovava al primo posto dopo una serie di vittorie fortunate - spesso culminate con l'1-0 in favore dei nerazzurri - e in molti decantavano le lodi di quella squadra capace di vincere pur senza convincere. Il bel gioco, però, non arrivò mai e a partire da gennaio smisero di arrivare anche le vittorie. La squadra di Mancini cominciò a racimolare una serie di risultati negativi che in poco tempo le costarono non solo la testa della classifica, ma anche un posto per l'Europa che conta. I nerazzurri chiusero quel campionato con un misero settimo posto, riuscendo a mala pena a qualificarsi per l'Europa League.

Riuscirà l'Inter di Spalletti a discostarsi da quella di Mancini? L'ex tecnico giallorosso riuscirà ad abbinare ai risultati vincenti anche il bel gioco? O quanto meno, riuscirà a proseguire con questo trend fatto di vittorie sofferte e ben poco convincenti? Sarà il tempo a rivelarcelo, nel frattempo al rientro dalla sosta ci sarà il derby contro un Milan ferito in cerca di rivalsa dopo gli ultimi risultati deludenti in campionato. Se è vero che l'importante è vincere - specialmente in un derby - e non il modo in cui arriva la vittoria, è altrettanto vero che non sempre la dea bendata sarà lì a darti una mano "spingendo" le conclusioni avversarie contro pali o traverse come accaduto contro Roma e Benevento. Prima o poi arriveranno anche tempi più duri, vedremo se questa Inter sarà in grado di tenere botta o se si scioglierà come neve al sole proprio come accadde due anni fa... .