Il 9 agosto scorso la Giunta regionale del Lazio ha approvato una direttiva secondo cui dal 1 ottobre il compenso minimo dei tirocini deve essere fissato a 800 € al mese e la durata del tirocinio non può superare i sei mesi. Precedentemente, invece, il minimo previsto dalla Regione era di 400 €.

Ma girando per il web e cercando offerte di stage, si trovano molti annunci che, dopo aver descritto il tipo di lavoro che offrono, il profilo che cercano e che tipo di azienda sono, comunicano che la retribuzione prevista è di 400 o di 500 €. Non 800. Nota dolente, ma anche illegale.

Per esempio su un portale delle università dedicato alla ricerca del lavoro per i neolaureati il 3 ottobre una società di consulenza direzionale, ha pubblicato un’offerta rivolta ai laureati in Scienze politiche per uno stage di sei mesi con una retribuzione prevista di 500 € (senza buoni pasto). Altro esempio è quello di un'azienda sanitaria che il 2 ottobre ha pubblicato un annuncio in cui ricerca un tirocinante laureato in Biologia. Retribuzione prevista: 400€ (anche in questo caso niente buoni pasto).

Sono solo due esempi, ma basta andare sui siti di ricerca di lavoro per trovare molte altre offerte simili a queste.

Non sembra eccessivo parlare di sfruttamento, considerando anche che l’orario previsto è full time (8 ore al giorno), così come è chiaro che le aziende si approfittino della situazione di un neolaureato con poca o nulla esperienza, disposto ad accettare anche condizioni ingiuste per entrare nel mondo del lavoro.

È naturale che lo stagista, sfruttato e sottopagato, accetti e non denunci la situazione. Ma perché nessuno controlla? Perché, se c’è una direttiva della Regione, non c’è un organo apposito che controlli che questa direttiva venga rispettata?

Si parla molto di sviluppo economico, di come incrementare il lavoro per i giovani, ma nessuno che si preoccupi di controllare che le regole vengano rispettate o se vengano calpestati dei diritti quando si parla di stage, o di tirocinio curriculare.

Il tirocinio curriculare è un altro modo che le aziende hanno trovato per far lavorare gratis. È un tirocinio che si attiva durante il periodo dell'università, quindi è rivolto solo agli studenti e i laureandi. Lo studente per un periodo di tempo (che può andare dai tre ai sei mesi) svolge, dopo un'accurata selezione dei candidati, uno stage in un'azienda o in una società senza percepire nessuna retribuzione (neanche il rimborso spese e nella maggior parte dei casi neanche i buoni pasto) in cambio di una "formazione" da parte dell'azienda. Ma all'azienda il tirocinante, anche se alle prime armi e anche se ancora è studente, svolgerà del lavoro. Ma in modo del tutto gratuito. E questo purtroppo è anche legale.