Abbiamo paragonato i socialisti al Nautilus e non ce ne voglia Riccardo Nencini Vice Ministro alle Infrastrutture e Trasporti e Segretario Nazionale del Partito Socialista Italiano. Il Nautilus è un mollusco ed è una specie in via di estinzione perché ha rinunciato a evolversi e lo stesso destino sembra abbiano i socialisti in Europa dove più di qualcuno pensa di rifugiarsi nell'opposizione per ricostruire un rapporto con ampie fette di elettorato che vede nel campo progressista l'establishment.
Una nuova via per i socialisti?
E' facile intuire che i socialisti sono in crisi perché non hanno più una via, dopo che, negli stati nazionali (che ora non esistono più), erano stati gli artefici dello stato sociale ed erano stati tra i pensatori dell'Europa unita la quale avrebbe dovuto superare quegli stati.
L'Europa era un progetto su cui i socialisti e i progressisti europei investirono molto, ma non hanno saputo cogliere, tra gli egoismi nazionali, i momenti in cui erano forza di governo dei principali paesi europei dando la sensazione che di fatto stavano rinunciando a costruire quell'Europa che avevano sognato Altiero Spinelli, Eugenio Colorni e Ernesto Rossi.
C'è un'altra verità, poi, che riguarda i socialisti nonostante la Bad Godesberg tedesca o la distanza intellettuale dal marxismo da parte del nuovo corso socialista di Craxi sul finire degli anni '70 del secolo scorso e nonostante le posizioni da sempre riformiste e di governo degli altri partiti socialisti europei, ed è la mancata intesa politico-elettorale (ingiustificabile dopo la caduta del muro di Berlino) tra i socialisti e i liberali per dare vita a quel patto laico-riformista di cui l'Europa (e l'Italia) avrebbe bisogno per sconfiggere demagogia e populismi e per parlare il linguaggio della verità.
Il ventunesimo secolo pone condizioni diverse dal passato e suggerisce sfide nuove che, chi si richiama ai valori socialisti e ai valori liberali, deve ambire a rappresentare. Il loro incontro potrebbe essere anche l'evoluzione per quel vecchio Nautilus il quale, compresi i cambiamenti ambientali, si adegua e prospera e chissà se il ritorno sulla scena politica da parte di Emma Bonino sotto l'occhio vigile di Enrico Letta e Romano Prodi e la venuta in Italia nei giorni scorsi di Guy Verhofstadt leader dell'ALDE, ospite dei #Radicali, non sia l'inizio di quell'incontro tra socialisti e liberali che potrebbero dare vita alla seconda gamba della coalizione guidata dal Partito Democratico e Matteo Renzi. Il mondo è in continua evoluzione e la comprensione dei suoi nuovi paradigmi è condizione imprescindibile.
I socialisti italiani, a differenza di quanto fatto nella seconda repubblica, nella terza dovranno sforzarsi nella comprensione e dovranno diventare parte attiva dello schema politico. Glielo chiede la storia, glielo chiedono gli sfruttati dal bisogno, glielo chiedono quanti non si vogliono arrendere all'indifferenza e all'intolleranza e, a vedere le ultime prese di posizione del leader socialista Nencini, pare i socialisti lo abbiano capito.