La campagna elettorale in vista delle prossime Elezioni politiche è in pieno svolgimento, e si moltiplicano le polemiche tra i partiti concorrenti. Le accuse reciproche toccano molti temi: dalle Banche all'immigrazione. Ciascuno porta avanti le proprie ragioni, e tutti sperano di convincere gli elettori con le rispettive argomentazioni.
L'Europa è sicuramente uno dei temi principali del dibattito. La nostra situazione economica è molto delicata, e merita un'attenzione particolare dalla Politica: i poveri, infatti, sono in aumento, così come il debito pubblico.
A tutto questo bisogna dare una risposta perché, a nostro avviso, sperando di sbagliarci, si tratta non tanto di un problema legato alla recente crisi economica - per fortuna superata - ma ha tutte le caratteristiche di un problema strutturale, legato alle modalità con cui è avvenuto il nostro ingresso nella moneta unica europea.
Il coraggio di parlarne
Il valore attribuito all'Euro, in quella circostanza, ha penalizzato gli stipendi e le pensioni. Difatti, nei confronti dei nostri colleghi tedeschi percepiamo delle retribuzioni più basse. Probabilmente abbiamo avuto un vantaggio col debito pubblico, ma con gli stipendi invece no. Ogni partito che si rispetti, deve esaminare questo aspetto della nostra economia, ed impegnarsi per apportare i correttivi necessari.
Questa è sicuramente la questione principale.
Sempre nel corso di questa prima campagna elettorale, i leader stanno promettendo diversi cambiamenti, alcuni anche di difficile realizzazione, giocando sulle effettive necessità dei cittadini. Il colmo è che stanno promettendo interventi che non hanno concretizzato in passato, quando sono stati chiamati a governare.
La burocrazia, un macigno da eliminare
In questa corsa alle elezioni, in molti stanno parlando di burocrazia come male da estirpare, perché rappresenta un ostacolo che rallenta e impedisce lo sviluppo.
In questo scenario, molto criticata è la nuova legge elettorale "Rosatellum bis", approvata di recente. Difatti gli esperti di politica già prevedono un risultato elettorale senza una maggioranza in grado di governare.
Dopo le elezioni, stando alle predette previsioni, sarà necessario ripensare le alleanze per formare un Governo che sia realmente in grado di affrontare i problemi del paese. Si aprirà cosi una nuova fase politica che richiederà ai partiti il coraggio di cambiare e di finalizzare, in primis, l'azione politica nell'interesse esclusivo della collettività.