Alla prima ufficiale di Maria Elena Boschi in terra sudtirolese c'è il circo mediatico delle grandi occasioni. I giornalisti fremono per raccogliere le indiscrezioni che trapelano, le chiacchiere di corridoio, i malumori che aleggiano nell'aria bolzanina. La catapulta renziana proietta i candidati del cosiddetto giglio magico verso località che non conoscono affatto, mettendo a rischio la loro stessa credibilità in nome della garanzia di un posto fisso in Parlamento. La conservazione del privilegio, tanto combattuta nelle recenti contese elettorali, diventa il mantra indiscutibile in nome del quale il Segretario Renzi in prima persona è pronto a mettere veti e imposizioni.

Candidatura non condivisa con gli alleati locali

La decisione tutta renziana di spedire la Boschi a Bolzano piomba come un macigno sui politici locali spezzando ogni genere di ambizione personale. Le dichiarazioni di esordio della sottosegretaria suonano come un campanello d'allarme per una rappresentatività completamente inventata a tavolino. "Vengo qui in vacanza" è un'affermazione piuttosto debole per rivendicare la conoscenza di un territorio bellissimo ma anche politicamente complesso. I vertici SVP, il partito che corre in alleanza col PD, pur accettando la situazione, esprimono rammarico per una manovra che ha poco a che fare con il sudtirolo e troppo con il tornaconto personale dell'ex Premier.

Il Partito Democratico provinciale la prende ancora peggio, ricordando che in questo modo l'Alto Adige rimarrà senza una rappresentanza Dem locale eletta Parlamento alle Elezioni politiche di Marzo. L'unica rassicurazione la fornisce proprio Maria Elena Boschi sostenendo di conoscere solo alcune parole ma promettendo nell'immediato di impegnarsi a studiare tedesco.

Le candidature multiple di Maria Elena Boschi

Andando a leggere le liste del Partito Democratico ci si accorge immediatamente che il nome della Boschi si ripete spesso. L'ex Ministra delle Riforme è candidata nell'estremo nord, al centro e perfino nel più profondo sud. Risulta veramente difficile pensare ad una strategia dettata dai contenuti.

Con ogni evidenza la Boschi fugge dalla Toscana a causa dei contraccolpi dovuti al caso Banca Etruria. L'immagine di Maria Elena è notevolmente rovinata e bisogna correre ai ripari. Oltre all'uninominale bolzanino la Boschi vanta ben 5 altre candidature su 3 plurinominali siciliani, nel Lazio e nel collegio di Cremona e Mantova.

Da Partito Democratico a Partito di Renzi

La contesa per le candidature nel Partito Democratico si porta dietro strascichi velenosi con le minoranze interne. Michele Emiliano e Andrea Orlando escono dalla trattativa con un pugno di mosche, addirittura minacciando velatamente una nuova scissione. L'impressione è che si stia velocemente passando dal Partito Democratico, conosciuto per la partecipazione e per le primarie, al Partito ad personam, dove le decisioni verticistiche non si possono neppure più discutere.

Vanno salvati Gentiloni, Delrio, Lotti, Martina e tutti coloro che hanno giurato eterna fedeltà all'ex Premier. Maria Elena Boschi in salsa tirolese è l'ingrediente principale del nuovo PdR, il Partito di Renzi.