'Non fate l'amore coi fascisti. Non fateli riprodurre', scrive Strada. 'La figlia di Gino strada può stare tranquilla: non troverà fascista che voglia fare l'amore con lei, e tanto meno riprodursi in lei; non vorranno darle una gioia, sacrificandosi. [...] per questo faticherà a trovare anche comunisti disposti ad andare a letto con lei. Diciamo che la questione non è politica, e finirei qui.' risponde Vittorio Sbarbi.

Sconvenienti da entrambe le parti, ognuno adesso si scusa per quello che è stato detto e va avanti per la sua strada. Ma la nostra intenzione oggi non è quella di offrire una diasima dell'accaduto: vogliamo invece rivisitare la vicenda con un po di ironia, immaginandoci i due contendenti come due poeti e maestri di metafore.

Ecco allora che lo scontro fra i due diventa molto più interessante. Se volete farci compagnia in questo gioco, ecco l'interpretazione del dibattito:

Strada

'Non fate l'amore coi fascisti. Non fateli riprodurre'

Il principale sottinteso in questa frase è: l'unico modo di riprodursi del fascismo sarebbe tramite l'accoppiamento; l'ideologia fascista non nasce dall'esperienza del singolo, ma deriva da un'educazione. Cecilia Strada squalifica con questa frase ogni accezione "virulenta" dell'ideologia in una sorta di accusa velata: una persona non può diventare fascista da sola poichè l'ideologia non deriva da una sincera intuizione del mondo, ma da una distorsione umana della realtà, necessariamente inculcata da un'altra persona.

L'altro aspetto è invece più una frecciatina se vogliamo: non fate l'amore con i fascisti vuol dire escludere i fascisti dal normale ciclo naturale degli eventi: escludere i fascisti dalla natura in una sorta di contrappasso dantesco: un'ideologia innaturale emarginata dalla natura stessa.

Sgarbi

'La figlia di Gino Strada'

La frecciata è doppia: sia nel non chiamarla per nome, preferendo riccorrere alla sua genialogia come appellativo.

Sia e soprattutto, in risposta ironica alla prima delle accuse di Strada, come a dire: anche la tua ideologia è frutto di un eredità.

'Può stare tranquilla: non troverà fascista che voglia fare l'amore con lei, e tanto meno riprodursi in lei; non vorranno darle una gioia, sacrificandosi.'

Oltre all'attacco personale, sgarbi sottolinea la separazione fra il 'l'atto erotico' e il 'riprodursi'.

La 'voglia' di far l'amore del fascista è metafora del desiderio: è il desiderio di essere contaminante. Il fascismo è consequente alla volontà, una volontà naturale (fare l'amore), che diventa ideologia solo in secondo luogo (il riprodursi). Il fascismo è, in questa visione, frutto della nobile irrequietezza dell'uomo, desiderante per per natura, e per questo spinta ad andare avanti. Lei invece può 'stare tranquilla' o meglio "restare tranquilla", perché priva del desiderio sconvolgente proprio del fascista, non sarà mai terreno fertile per la nascita di questa ideologia.

'Per questo faticherà a trovare anche comunisti disposti a fare l'amore con lei. Diciamo che la questione non è politica, e finirei qui."

Infine, la riflessione si generalizza: ogni ideologia è spinta da un desiderio, ma nella tua quiete (tranquillità) non sarai in grado di incarnare questa volontà (nessuno sarà disposto a portarla a letto).

E conclude con un immagine forse un po' azzardata 'e finirei qui', in una sorta di 'salto della quaglia' verbale, dove si impone di interrompersi in anticipo continuando sul filo della metafora piccante.

Speriamo vi siate divertiti nel rivisitare la vicenda da questa prospettiva, magari trovandoci anche qualche spunto di riflessione.