Il clamoroso successo di Movimento 5 stelle e della Lega, nel voto espresso dagli italiani per le elezioni politiche avvenute la scorsa domenica 4 marzo 2018, segna un forte cambiamento a livello nazione con ripercussioni a livello internazionale.

Il centro sinistra subisce una sconfitta pesantissima che non registrava dal secondo dopoguerra, Liberi e Uguali, formazione nata da una scissione a sinistra, ottiene un risultato decisamente inferiore alle sue ambizioni.

Il clima

Gli italiani hanno votato per scegliere un nuovo governo in un clima di rabbia, a causa di una stagnazione economica che non dà segni di resa, ed una crescente ansia in materia di flussi migratori che ha portato il Paese, nei mesi antecedenti al votom ad episodi di xenofobia.

Il voto ha portato così ad una diffusione del populismo d'estrema destra, permettendone un'ingente crescita.

Temi vincenti

Gran parte della propaganda elettorale dei politici italiani si è concentrata sul tema rifugiati e migranti, quasi 120mila arrivati in Italia nel 2017. M5S, Lega, Casa Pound, Forza Nuova, sentendo e vedendo i malumori dei cittadini, hanno presentando programmi intenzionati quantomeno ad arrestare flussi migratori, senza controlli.

L’esito del voto

La vittoria schiacciante del M5S, primo partito d’Italia, e il sorpasso del Carroccio, a scapito del ritorno di Berlusconi sulla scena Politica, testimoniano la forza dei populisti sul continente con la capacità di trovare sempre più consensi “mainstream”.

Euroscetticismo

Dopo la compattazione, a fronte unito, della cancelliera Angela Merkel con Emmanuel Macron, presidente francese, hanno cercato di respingere le insurrezioni di estrema destra e l’Europa sembrava godere di una tregua dalle forze che minacciavano la sua unità ed i suoi valori.

Europa, tregua apparente

Tregua che ha avuto vita breve, poiché i partiti che hanno riscontrato maggior successo sono stati proprio quelli che hanno condiviso un certo grado di euroscetticismo, che si è inasprito dopo le segnalazioni e le polemiche giunte da Bruxelles sul modo in cui gli italiani hanno “trattato i migranti”.

L’umore cupo ed una profonda frustrazione verso il precedente governo di centro sinistra ha provocato un’emorragia di consensi dal partito del Nazareno, vedendoli migrare verso posizioni più nette, come quelle sostenute da Di Maio.

Flussi elettorali

L’analisi dei flussi elettorali effettuata dalla Swg indica che il Pd ha perso il 16% di voti, circa 40mila, assorbiti dai pentastellati o sono confluiti nel bacino delle astensioni, mentre Forza Italia ha perso ben il 22% dei voti andati al leader del Carroccio, Matteo Salvini.

Lo tsunami elettorale che si è abbattuto sulla penisola italiana domenica scorsa ha visto spodestare il PD dalle periferie e dalle province in favore di un M5S che si espanso a macchia d’olio, oltre che su tutta la fascia Adriatica, anche nel Sud Italia, ricordando i dati della DC anni ’60, mentre la Lega si è fortemente consolidata nel Nord Italia.

Critiche al PD

La critica mossa al PD, capitanato da Renzi, è stata quella di aver fatto aprire continue crepe all’interno del partito, che non ha mantenuto l’aspetto di "collegio" come dichiarato dallo stesso Chiamparino, spostando così i voti, geograficamente parlando, verso le città: colpisce il dato in controtendenza di Milano, in cui il PD risulta al primo posto.

Il centro sinistra perde i preziosi consensi nelle regioni centrali, come Umbria ed Emilia Romagna un tempo roccaforti "rosse", riuscendo a mantenere un risicato primato soltanto in Toscana.

Aria di cambiamenti

Mentre Matteo Renzi si dimette, Carlo Calenda s'iscrive al partito democratico e promette di lavorare per risollevare quello che già c'è, nel frattempo Sergio Chiamparino dichiara pressappoco: "Mai dire mai, siamo aperti al dialogo con i 5 stelle”.

E adesso che succede?

Tenuto conto che alla Camera la maggioranza è di 316 seggi, mentre al Senato è di 158, appare evidente che nessun partito o coalizione sia in grado di sostenere in maniera autonoma un governo e dovrà quindi cercare di stringere accordi.

Anche per questo motivo sarà importante e rivelatore il passaggio dell’elezione di presidenti dei due rami del Parlamento. Al Senato, se dopo tre votazioni nessun candidato ottiene la maggioranza assoluta, si procede al ballottaggio tra i due più votati. Alla Camera occorrono i due terzi nei primi tre scrutini, poi comunque la maggioranza assoluta, a oltranza.