Da millenni l'uomo cerca di esorcizzare il sonno della morte mitigando il terrore della fine terrena. I primi tentativi risalgono all'antico Egitto con i suoi riti funerari e le maestose piramidi. Nei secoli, quasi come una pellicola cinematografica, si sono succeduti miti e leggende con l'intento di addolcire il sonno della morte. Oggi, ingegneria bio-medica e robotica consentono di realizzare androidi dotati di Intelligenza Artificiale, modellata sulle informazioni custodite nel cervello umano. Tutto ciò avvicina sempre più la macchina all'essere umano, fino a divenire un tutt'uno e trasformando la macchina un sequel per l'eternità dell'individuo.

Bina 48

Nel 2010 un giornalista ha intervistato, per la prima volta nella storia, un umanoide di nome Bina 48. Questo singolare gioiello della tecnologia non è frutto della fantasia, bensì la riproduzione di una mente umana, almeno per ciò che concerne i contenuti. I ricercatori della Hanson Robotics hanno riprodotto, già nel 2010, un androide dotato di intelligenza artificiale. La mente di Bina 48 è una copia speculare della mente di Bina Aspen consorte di Martine Rothblatt, che a sua volta è fondatrice della Hanson Robotics. Nei circuiti di Bina 48 viaggiano le emozioni, i ricordi, i gusti, le conoscenze e le esperienze della vera Bina Aspen. In pratica Bina 48 riesce a dialogare con chiunque trasmettendo le emozioni, che la vera Bina proverebbe, a secondo dell'argomento discusso.

La riproduzione di Bina è un modo affinché la morte non prenda in giro la vita, come afferma la stessa Rothblatt. Se tutto ciò accadeva nel 2010, a che punto siamo giunti oggi?

Intelligenza artificiale oggi: il punto della situazione

Appena 5 giorni fa, a San Francisco, ha avuto luogo l'EmTech Digital del Mit. un evento che ha visto la sfilata di tutti i più prestigiosi risultati ottenuti nell'ambito della ricerca applicata all'Intelligenza artificiale.

La panoramica delle novità è stata sbalorditiva includendo congegni di diagnostica clinica, automatizzazione dei processi produttivi, riconoscimento automatizzato delle persone, pilotaggio automatizzato e tanto altro ancora. Ma le domande di fondo sono: "Questa intelligenza artificiale a chi appartiene? Come funziona ? Quali sono i suoi limiti?".

Allo stato attuale i ricercatori elaborano una banca dati che include tutte le informazioni per l'esecuzione di uno specifico compito. Alla banca dati è associato un algoritmo che processa tutte le informazioni al fine di giungere ad un risultato finale. L'interfaccia tra il mondo reale e l'intelligenza artificiale è costituita da una serie di sensori che captano le informazioni esterne al fine di avviare il processo di elaborazione dell'algoritmo.

Futuro umano o androide?

Il progresso nel settore dell'Intelligenza artificiale ha compiuto passi da gigante e sarà uno dei punti di forza del prossimo futuro. Tuttavia la mente umana ha un valore aggiunto difficilmente riproducibile in un laboratorio.

L'algoritmo che consente di elaborare le informazioni della mente umana si chiama coscienza, la quale è un tocco divino che rende l'intera umanità unica ed esclusiva. La coscienza consente di affrontare imprevisti anche quando mancano i dati di riferimento, ossia affrontare una nuova esperienza.

Un androide è costruito per compiere una determinata azione o una serie di operazioni all'interno di una data categoria. Insomma un sistema di auto-pilotaggio saprà fare solo quello, invece un uomo può essere un bravo pilota per hobby ed un abile medico chirurgo di professione. La coscienza ci permette di distinguere il bene dal male ed attuare una soluzione poco razionale semplicemente per amore. L'amore è divino e l'uomo ne esercita il possesso esclusivo. Accettare ciò significa accettare di divenire eterni lasciando il nulla terreno senza ricorrere a transistor e nanotecnologia.