Il 5 giugno scorso si è tenuta la Giornata mondiale dell’ambiente il cui tema principale è stato il rapporto tra ambiente, agricoltura e Salute, nonché il durissimo impatto che le nuove abitudini alimentari hanno avuto sulla dieta dei giovani e non a livello mondiale. Tra i primi Paesi ad alto numero di obesità infantile spicca l’Italia, e questo ha sorpreso parecchio gli esperti e gli studiosi che hanno partecipato all’evento.
Nonostante l’eccellente cultura culinaria, gli italiani hanno cambiato le loro abitudini alimentari, avvicinandosi sempre più al cattivo modello statunitense.
Secondo gli esperti il declino è iniziato circa dieci anni fa, con la grave crisi economica che ha messo in ginocchio milioni di italiani e che inevitabilmente ha modificato la loro quotidianità. I dati mostrano che circa il 30% della popolazione vive sotto la soglia di povertà.
Dal cibo sano a quello 'spazzatura'
Il primo dato emerso durante la discussione tra medici, scienziati ed economisti durante la giornata del 5 giugno è quello secondo cui gli italiani avrebbero quasi completamente abbandonato i prodotti locali noti a livello mondiale, perché troppo costosi e non accessibili alle loro tasche, per cui hanno iniziato a consumare alimenti di qualità inferiore acquistati presso i vari discount che in questo periodo hanno avuto una notevole ascesa economica.
Si preferisce consumare cibi come hamburger e prodotti panati al posto di pesce e carne, insaccati, latticini prodotti con polveri e non con latte ed infinità di prodotti surgelati. La classica cucina italiana sta lasciando il posto alla cultura del fritto e del precotto, del cibo in scatola ricco di conservanti e derivati animali che assunti giorno per giorno potrebbero diventare tossici per il nostro organismo.
La prima conseguenza è stata la cattiva educazione alimentare tra i giovani, che preferiscono prodotti della grande distribuzione al posto per esempio di un minestrone di verdure fatto in casa. Un altro dato tragico è l’aumento della sedentarietà non solo tra gli adulti, ma anche tra i bambini. Mentre i primi si potrebbero quasi giustificare perché condizionati dalla necessità di lavorare, i secondi trascorrono la stragrande maggioranza del loro tempo davanti ai loro tablet, pc, telefonini e televisori.
L’insieme di tutti questi fattori avrebbe portato ad un eccessivo aumento dell’obesità infantile che si traduce in una breve vita futura. Più è alto il tasso di obesi e più è alto il livello di manifestazione di malattie cardiovascolari e respiratorie che possono portare anche alla morte. I grafici statistici proiettati durante il convegno hanno fatto emergere un aspetto molto più particolare di questo fenomeno; pare che il divario tra Nord e Sud Italia non sia soltanto di tipo economico e industriale ma anche alimentare. "Focus" riporta infatti:"Poiché malnutrizione e povertà sono strettamente collegate, in Italia si assiste a un divario tra Nord e Sud anche per quanto riguarda i problemi nutrizionali: nella parte meridionale del Paese si registrano livelli di nutrizione più bassi, un più alto consumo pro capite di cibo da fast food e una maggiore incidenza di obesità infantile".
Il parere degli esperti
I medici e i nutrizionisti italiani da anni combattono per allontanare questa inversione di tendenza, cercando di far tornare gli italiani sulla retta via del cibo sano. L’augurio è di ritornare alla celeberrima dieta Mediterranea, famosa in tutto il mondo per la sua efficacia sulla nostra salute.
I primi campanelli di allarme sono stati lanciati in seguito all’aumento eccessivo di diabetici, di cardiopatici e di asmatici. L’obesità, secondo alcuni endocrinologi, nutrizionisti, cardiologi e psicologi che hanno preso parte all'evento, è una malattia, e come tale deve essere curata e non sottovalutata. L’obeso non deve essere abbandonato a sé stesso e deriso dalla società, perché si distruggerebbe la sua interiorità e lo si lascerebbe alla mercé della subdola spirale dell’ossessione da cibo spazzatura.
Il malato andrebbe, invece, aiutato costantemente nel percorso di riabilitazione alimentare, secondo un programma graduale di educazione non solo nutrizionale ma anche comportamentale.
Per prevenire l’insorgere di obesità i medici consigliano di iniziare un'attività fisica già dai primi anni di vita, in modo da far entrare lo sport tra le nostre azioni giornaliere. L’obesità non si combatte solo con una dieta sana ed equilibrata, ma soprattutto con una costante attività fisica che aiuta a migliorare il nostro stato di salute sia fisica che mentale. Bastano semplici azioni, come una passeggiata, una corsa al parco, una pedalata in bici a farci stare bene.