Ieri sera è andata in onda su Rai 1 la prima puntata del sequel de “I Medici”. La saga è ripartita dal racconto degli anni a cavallo tra il 1478 e il 1480 in cui si è accentuato lo scontro tra i due personaggi che, più di tutti, hanno condizionato le sorti di Firenze in quel periodo.

Da un lato c’è Lorenzo (interpretato dal giovane e piacente Daniel Sharman), alla guida politica della Repubblica fiorentina; dall’altro Papa Sisto IV accusato dal primo di aver ordito la “Congiura dei Pazzi” in cui ha perso la vita il compianto Giuliano, fratello di Lorenzo il Magnifico, e di voler estendere il controllo papale anche sui territori di Firenze.

Intorno alle vicende dei due protagonisti de “I Medici”, si sviluppa una trama ricca di altri personaggi storici che hanno reso la Repubblica fiorentina il polo culturale di tutto il Rinascimento lasciando ad infinitum le tracce di un concetto non nuovo per i nostri tempi.

'La bellezza salverà il mondo'

"La bellezza salverà il mondo" così come scrisse molto più tardi (in un'altra era) un virtuoso Dostoevskij. Non a caso, rappresenta un filo conduttore della storia Sandro Botticelli, pittore sublime interpretato nella fiction da Sebastian De Souza e cresciuto artisticamente nel grembo della corte medicea a cui, dalle prime battute, sembra contrapporsi come immagine rovesciata un intransigente Girolamo Savonarola.

Quest'ultimo era un uomo religioso e fervente predicatore che dopo la successiva cacciata dei Medici, a seguito della morte di Lorenzo e di un breve governo del figlio Piero (1492-1494), prospetterà per Firenze un modello teocratico (di impronta fortemente religiosa) in netto contrasto con le idee di natura filosofica che invece avevano animato la Repubblica fiorentina fino a quel momento.

La bellezza e il Botticelli, il mistero della Primavera

Non tutti sanno che Lorenzo de' Medici è storicamente considerato come un "politico illuminato". Era un uomo dalle rare abilità politiche con le quali consacrò Firenze quale città modello in tutta Europa, oltre a possedere una spiccata sensibilità artistica che lo vedeva impegnato sia come letterato sia in veste di grande mecenate.

Fu lui a scrivere la celebre frase "quant'è bella giovinezza, che si fugge tuttavia, chi vuol esser lieto sia, del domani non c'è certezza", mentre il più prolifico degli artisti che si raccoglievano alla sua corte fu Sandro Botticelli riconosciuto, ancora oggi, come portatore di un messaggio di bellezza universale che è salvifico, eterno ed immutabile. Sotto l'ala medicea, realizza capolavori assoluti che esprimono e conservano le idee di bellezza e lungimiranza politica di un'intera epoca e che costituiscono i capisaldi della concezione moderna del potere. Molti sono i dibattiti aperti in particolare su una delle sue opere: la Primavera.

Il vero significato rimane occulto: potrebbe, infatti, rappresentare il matrimonio tra Lorenzo di Pierfrancesco de' Medici (che avrebbe commissionato il dipinto) e Semiramide Appiani.

Ma quello che appare certo è che le tre Grazie raffigurate identificano i tre aspetti dell'Amore secondo la filosofia neoplatonica largamente diffusa presso la corte medicea: Castità, Bellezza e Passione. Il dipinto oggi è conservato nelle sale della Galleria degli Uffizi a Firenze.