Dopo Napoli, Milan e Verona qualcosa sembra essersi rotto tra Sarri e la Juventus. Il gioco fatica ad arrivare. Buoni sprazzi ad inizio campionato e poi se non fosse stato per la forza dei singoli, i molti goal di Ronaldo, oggi parleremmo di altro. Inter e Lazio inseguono, sono più cattive calcisticamente parlando e se la rosa della Juve non fosse quella che ogni società sogna qualcuno avrebbe già urlato al fallimento.

I tifosi sono stanchi di aspettare Sarri?

Le bacheche di Facebook sono zeppe di malcontento da parte di una folta schiera di tifosi della Vecchia Signora che vorrebbero già Sarri fuori dallo spogliatoio bianconero.

Qualcuno, cambiando opinione rispetto al precedente anno, vorrebbe anche il ritorno di Allegri che non aveva un bel gioco ma faceva sì che la Juve fosse un muro invalicabile, una corazzata concreta e tutto quello che già sapete.

Il bel gioco di Sarri non arriva. La Juve sembra non fare più paura e il mister, sempre a detta dei post social, fatica ad imporsi come se il suo gioco tanto elogiato possa essere applicato a squadre con caratteristiche come il Napoli. Forse il punto è proprio questo. La Juve non è il Napoli e non è il Chelsea, quindi bisogna essere obiettivi e iniziare a pensare che forse la colpa non è tutta di Sarri, che probabilmente alcuni dei giocatori della Juve non hanno le caratteristiche tecniche o fisiche per quel tipo di gioco che tanto si cerca.

Lo spettacolo oltre alla concretezza, il vincere divertendo, i tocchi veloci che valgono il prezzo del biglietto. Ma è davvero un demerito di Sarri?

Analogie tra il Sarri del Chelsea e il Sarri della Juve

A pensarci bene anche sulla panchina inglese Sarri non ebbe vita facile. Inizialmente conquistò i tifosi, la loro stima, per il gioco frizzante e successivamente ebbe delle difficoltà, si prese i fischi e gli insulti ma continuando a lavorare a testa bassa.

Ebbe difficoltà nello stesso periodo in cui sta avendo difficoltà in bianconero. Ci furono anche lì delle tensioni con qualche giocatore, le partite perse male, la fatica a trovare un gioco che fosse il giusto connubio tra quello che è il suo modo di giocare e i giocatori a sua disposizione.

Poi fece quadrare le cose e il risultato lo sapete.

Sì riprese in campionato e riuscì anche a vincere un trofeo prestigioso in Europa. Sicuramente troverà il rimedio per far girare bene il motore della Juve e magari ripercorrendo lo stesso tragitto sofferto fatto con il Chelsea riuscirà a brillare in Champions sulla panchina della Vecchia Signora. Ci vuole pazienza, comprensione e supporto. Supporto?

Sarri può essere giustificato

La panchina di un grande Club non è mai comoda, questo lo sanno tutti ed è innegabile. All'inizio della storia tra Sarri e la Juve, il Mister aveva più volte fatto capire che molti giocatori, pur essendo grandi campioni, non avevano le caratteristiche per il gioco da lui preferito. Forse la dirigenza non ha ben ascoltato queste richieste di supporto.

Paratici e Nedved hanno sempre ribadito che la rosa della Juventus è più che competitiva, su questo non ci sono dubbi, ma competitiva non vuol dire, per forza, adatta al gioco proposto da un allenatore.

Quando s'ingraggia un cuoco gli si mettono in cucina gli ingredienti necessari per preparare ricette per il quale è stato assunto. Non si può pretendere che cucini pasta al pomodoro se mancano i pomodori, per farla semplice. Il questo caso il cuoco, se pur bravo, dovrà adattarsi. Sarri deve adattare il suo gioco, magari modificarlo un po', in base ai giocatori e alle loro caratteristiche. Non convince ad ora, ma forse è il caso di andare più in profondità prima di attaccarsi alle facili critiche da tifosi.

Si vocifera nuovamente di Guardiola

Il successo di un Club passa prima di tutto per la società e di sicuro Agnelli ha sviscerato, dentro di sé o nelle dovute stanze, queste considerazioni. La Juventus è una squadra molto forte, una società in grado di valutazioni idonee e non istintive, certamente ha delle responsabilità nei confronti di investitori e tifosi ma non addosserà tutte le colpe al proprio Mister. Il cambiamento non è facile, ci vogliono gli ingredienti e questo Agnelli lo sa, forse proprio per questo non voleva perdere Allegri. Mentre dall'Inghilterra arrivano voci su una Juve pronta a tutto per prendere Guardiola, in panchina c'è un uomo che sta provando a riscrivere le sue ricette.

I palati fini sapranno attendere?

La Juventus non è in crisi. Sta faticando ma è in corsa per gli obiettivi. Fiducia, vicinanza e comprensione. Ci vuole supporto per chi sta cercando di far quadrare le cose, nessun Mister vuole perdere. Chissà, magari a fine stagione Sarri avrà già chiuso la bocca tutti.