È tra il Libri che raccontano dell’Italia degli anni Settanta, ma non lo fa in maniera saggistica, ma con la narrativa. È stato autopubblicato il libro di Henry Kolt ed è intitolato “Tutto come (im)previsto. La scatola delle Ex”. È un romanzo di formazione, che in in parte è anche autobiografico.
Un romanzo in parte autobiografico
Il romanzo muove le sue mosse da un accadimento inaspettato del protagonista. Mentre sta riordinando la cantina si imbatte in una “scatola dei ricordi”, nella quale trova delle lettere ricevute dalle sue ex donne. La riflessione che ne scaturisce, oltre ovviamente ad avere forti tratti biografici, è un percorso attraverso i momenti più complicati e salienti dell’Italia a partire dai movimenti del Sessantotto.
«... Quando a Milano esplose la bomba a Piazza Fontana, mi trovavo alle prese con un programma di latino e matematica da recuperare. Quella sera ero rincasato poco prima di cena, ed ero molto stanco; ero sdraiato sul letto ad ascoltare la radio. La trasmissione si interruppe e ascoltai il giornale radio che dava la notizia dell’esplosione. Non mi stavo accorgendo che il mondo attorno a me stava cambiando perché ero concentrato su aspetti, per così dire, secondari rispetto alle trasformazioni sociali, come per esempio le eccezioni della seconda declinazione latina, i verbi passivi latini e le equazioni di secondo grado».
Questa citazione, tratta dal romanzo di Kolt, racconta come quel periodo, in cui il nostro paese è dilaniato dagli attacchi terroristici delle Brigate Rosse, sia stato vissuto dalle persone normali.
Questo romanzo, attraverso la vita ordinaria di un giovane, è anche una lunga riflessione su fatti storici che hanno fortemente caratterizzato il nostro paese.
Gli anni settanta, l'Italia e uno scenario socio-politico particolare
'Tutto come (im)previsto. La scatola delle Ex' è un libro particolare, che all’inizio può disorientare, man mano che si procede con la lettura, tutto diventa più chiaro e si comprendono gli obiettivi dell’autore.
Parlare di sé, della vita in un quadro socio-politico ben preciso. In tal senso, questo romanzo è anche una ottima fonte culturale, poiché gli eventi narrati sono ormai considerati storia e il fatto che essi vengano ricostruiti e analizzati a distanza di tempo, ci suggerisce un certo distacco e una oculatezza di giudizio unici.
Sicuramente nel romanzo ci sono tratti autobiografici, non è facile distinguerli dalla finzione, ma ci basta sapere che il protagonista-narratore conosce la vita, i sentimenti e si lascia prendere e forse travolgere dai ricordi, dal vissuto e dal non vissuto. Interessante è il lato onirico della narrazione.
Il passato riaffiora come in un sogno
L’autore, infatti, introduce nel suo romanzo l’espediente letterario del sogno, attraverso il quale ripercorre il passato, un passato dimenticato e che credeva perduto. Di questo passato ritrova una sola persona, una donna che ha rintracciato attraverso i social e che, in qualche modo, lo aiuta a ricostruire un vuoto che non si è mai riempito. Questo libro è scritto con uno stile che accompagna bene i fatti, ma non è un libro per tutti sia per il contesto storico, sia per il meccanismo psicologico. È un libro per chi ha voglia di ripercorrere un passato non solo nazionale, ma anche personale.