La vocazione di tutti a “Venire e Vedere”, tema delle letture evangeliche, diventa il metodo da usare per qualsiasi vera comunicazione dell’uomo. È questo il messaggio, edito in testo scritto, del papa per la 55ª Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali che quest’anno si celebra, in molti Paesi, il 16 maggio, Solennità dell’Ascensione del Signore e che si inserisce sul tema «Vieni e vedi» tratta dal Vangelo di san Giovanni (Gv 1,46).

'Vieni e vedi': la comunicazione della fede

Al centro della riflessione c’è l’invito evangelico che il futuro apostolo Filippo rivolge a Natanaele “Vieni e vedi” cosi come viene narrato dall’evangelista Giovanni.

L’invito non è finalizzato all’offrire ragionamenti o logiche, ma a “una esperienza diretta”. Papa Francesco ribadisce infatti, che è da due millenni che esiste una bellissima catena di incontri che comunica il fascino della relazione cristiana, perché nella comunicazione nulla può mai completamente sostituire il vedere di persona.

Abbattere i pregiudizi

Nel discorso comunicativo del papa emerge come fondamentale il mettersi in movimento con coraggio e curiosità, è importante per il pontefice inoltre uscire dalla superbia del “già saputo”. Uscire dalla gabbia del pregiudizio e nuovamente mettersi in discussione, entrando così nella viva attualità.

Il discorso poi cerca di prevenire tutti i giornalisti e redattori dal rischio di un appiattimento della stampa in quelli che vengono chiamati “giornali fotocopia”.

Questa è infatti un’informazione che è sempre meno capace di rilevare la verità delle cose e la vita quotidiana della gente, non sapendo nemmeno più cogliere né i vari fenomeni sociali e nemmeno le positività che si sprigionano a favore del sociale.

Pericoli e occasioni per la rete

In questo documento il Papa continua dicendo che se la società non si apre alla cultura dell’incontro rimane solamente un pubblico, seppur sembri che le nuove tecnologie abbiano la capacità di mettere tutti davanti a una realtà aumentata nella quale si pensa di essere totalmente immersi.

Tuttavia, tali strumenti sono utili solo se mettono in circolazione conoscenze che altrimenti non circolerebbero. Da qui l’elenco di tutte le occasioni e anche i pericoli in cui si può incappare nella navigazione in internet. La rete può infatti amplificare la rapidità della condivisione delle notizie, in un flusso continuo di immagini e testimonianze e per questo è uno strumento utilissimo e molto importante.

In questo, secondo Francesco, tutte le persone possono diventare testimoni di eventi che altrimenti sarebbero nascosti dai media ufficiali, tutti possono così far emergere più storie e notizie soprattutto belle e positive.

Il grazie ai giornalisti silenziosi

Oltre a tutto questo, dal cuore di Francesco scaturisce anche un ringraziamento per il coraggio e la forza di molti giornalisti che sono così anche veri testimoni. È merito di articolisti e fotoreporter che spesso rischiano nella loro missione e nella loro professione se oggi conosciamo la dura condizione di molte minoranze perseguitate, dello stato di avanzamento di molte guerre, se conosciamo anche i molti soprusi e le ingiustizie contro i poveri e contro l’ambiente, lo si deve a loro.

Sarebbe quindi, per il papa una grande perdita se queste testimonianze venissero meno.

L’incontro è la via del Vangelo

Nel messaggio di papa Francesco ritorna spesso il riferimento alla buona notizia che è il Vangelo di Gesù e che succede oggi, ogni volta che riceviamo la testimonianza limpida di persone la cui vita è stata cambiata dall’incontro con Gesù. Sono persone che hanno accettato l’invito “Vieni e vedi” e sono rimaste colpite dal divino che traspariva in chi testimoniava Gesù.

Da qui la battaglia che attende tutti secondo il pontefice, di comunicare incontrando le persone dove e come sono, ossia nel loro quotidiano.