Erano trent'anni che Gelsenkirchen, città dello Schalke 04, non affrontava la retrocessione della squadra dalla Bundesliga in Serie B tedesca. Nella serata di martedì, però, dopo la sconfitta per 1-0 contro l’Arminia Bielefeld nello scontro diretto per la salvezza, purtroppo, la squadra tra gli altri di due vecchie conoscenze della Serie A come l'attaccante Klaas Jan Huntelaar e il difensore, ex Sampdoria, Mustafi è retrocessa matematicamente in Zweite Bundesliga, la seconda serie tedesca, dopo un anno terribile post lockdown fatto da tantissime sconfitte e prestazioni sottotono alternate a poche vittorie e momenti esaltanti.
Un brutto momento
Un momento sportivamente triste, reso però ancora più agghiacciante a livello umano, da dei singoli individui, che nella notte, dopo la partita persa, hanno aggredito fisicamente la squadra e lo staff al ritorno dalla trasferta di poche ora prima.
Un atto estremo che va di gran lunga oltre il calcio, fatto da persone che non amano questo sport, che dovrebbe rappresentare valori come la fraternità, l'uguaglianza, ma che invece si è trasformato ancora una volta in violenza. Huntelaar e compagni si sono detti molto scossi, anche perché la situazione economica della società tedesca è pessima e molti di questi giocatori hanno affrontato parte della stagione con stipendi pagati in ritardo o non pagati proprio.
Ecco perché non si aspettavano questa situazione indegna.
I tifosi non hanno apprezzato i risultati ottenuti, ritenendo i giocatori non degni della maglia, quando il problema principale era una società completamente alla deriva, indebitata fino all'orlo, che si è trovata a gestire una situazione economica pessima davvero, senza precedenti.
Attacco viscido
Un attacco viscido e che rattrista tutto il mondo del calcio quello avvenuto nella notte tedesca, un attacco che purtroppo non è una novità in Europa, e che speriamo di non vedere mai più, ma che invece si vede sempre più spesso quando si perdono partite importanti.
Ma quello che va ricordato è una cosa soltanto: il calcio alla fine è solo un gioco, che può alle volte diventare qualcosa in più, ma certi limiti non si possono superare, non si devono superare, i giocatori sono esseri umani e capita di perdere, capiterà sempre, perché nella vita non si può sempre vincere, ma bisogna saper accettare la sconfitta per poi essere in grado di ripartire più forti di prima, perché non è forte chi non cade, ma chi cadendo ha la forza di rialzarsi.