In Italia è ormai aperta da anni la polemica sullo 'ius soli', su cui giusto ieri, 1 agosto, ha posto l'ultimo tassello il Presidente del Coni, Giovanni Malagò, nel suo discorso a Casa Italia durante i Giochi Olimpici di Tokyo 2020. L'opportunità di porre in primo piano lo 'ius soli sportivo' è stata offerta a Malagò dalla vittoria della medaglia d'oro di Marcell Jacobs nei 100 metri piani (evento di portata storica per la nazione italiana). Jacobs, classe 1994, è infatti un atleta nato a El Paso (Texas) da madre italiana e cresciuto a Brescia, che ha partecipato alle Olimpiadi di Tokyo come parte della delegazione italiana.

Cos'è lo 'ius soli sportivo'

Il termine 'ius soli sportivo' indica la possibilità per i giovani atleti stranieri di partecipare a competizioni all'interno di squadre italiane. Oggi, come previsto per legge da febbraio 2016, i minori stranieri possono essere regolarmente tesserati presso le federazioni sportive italiane, pur non essendo in possesso della cittadinanza (sebbene persista una limitazione per quanto riguarda la convocazione nelle nazionali, per cui bisogna aver già avviato le pratiche per l'ottenimento della cittadinanza). Unico requisito per l'iscrizione a un club è la residenza in Italia a partire dai 10 anni di età, condizione che si è resa necessaria al fine di evitare il traffico illecito di calciatori.

'È aberrante, folle, non riconoscere lo ius soli sportivo'

Queste le parole del Presidente del Coni Malagò, il quale ieri 1 agosto, durante il suo discorso a Casa Italia, ha sostenuto la necessità di permettere ai ragazzi maggiorenni che ne abbiano i requisiti di ottenere la cittadinanza italiana senza percorrere una "via crucis" tra prefetture e ministeri.

Malagò ha sfruttato l'attenzione mediatica riscossa dalla vittoria di Jacobs (italiano nato in Texas), sebbene l'atleta con lo ius soli c'entri ben poco, in quanto nato da madre italiana e residente in Italia sin dalla tenera età.

Le frasi del Presidente Malagò sono però importanti perché ribadiscono un tema su cui in Italia si discute da anni senza mai giungere a una conclusione.

Il parlare di 'ius soli sportivo' getta infatti la luce sulla mancanza di una legge in materia di 'ius soli', che conceda a chi è nato e cresciuto in Italia di acquisire la cittadinanza indipendentemente dalla nazionalità dei genitori. La questione sembra (ed effettivamente è) più Politica che sportiva, e si rifà a un argomento ormai accantonato dal governo italiano nel 2017. È importante dunque che nel 2021 si abbia la percezione del problema, così come lo è sperare che la cittadinanza non sia più un miraggio lontano per chi è nato e cresciuto nel Bel Paese.