Uscirà il 30 settembre nei Cinema italiani il film Respect, il nuovo biopic sulla celebre cantante Aretha Franklin. Interpretato da Jennifer Hudson e diretto da Liesl Tommy.

Aretha Franklin è morta nel 2018, ma la sua musica è rimasta di tutti gli appassionati di musica: questo film è un omaggio a lei e alla sua arte.

La trama di Respect

Il film segue la vita della grande cantante tra il 1952 e il 1970. Nella prima fase del film, quando Aretha è solo una bambina, vediamo la sua situazione famigliare: figlia di un ricco ed influente pastore luterano, ha formato la sua voce sin da tenerissima età per cantare nelle cerimonie del padre.

Sin da subito capiamo anche le sue influenze culturali. Il padre è amico intimo di Martin Luther King jr., ed Aretha sarà coinvolta sin da subito nel suo attivismo non violento per i diritti civili.

Nonostante la situazione benestante, la piccola Aretha subirà pesanti traumi che segneranno la sua vita futura. La madre, molto amata, morirà a causa di un attacco di cuore, e poco dopo Aretha partorirà due gemelli a seguito di una gravidanza prematura. La sua vita amorosa in età adulta sarà quindi instabile e sporadica, ed il film ci suggerisce che sia proprio dovuto ai suoi sconvolgimenti infantili.

Finalmente, però, Aretha troverà sia il successo che cercava sia una stabile situazione affettiva.

Nel finale, la sua anima verrà finalmente riconciliata con Dio grazie alla sua meravigliosa voce e alla musica gospel, che lei tanto amava da giovane.

I pregi di Respect

Respect ha tanti punti di forza quanti ne ha di debolezza. Innanzitutto, come prevedibile in una pellicola del genere, la colonna sonora è spettacolare. Il film è, giustamente, costruito intorno alle canzoni di Aretha.

I suoi pezzi sono inseriti talmente bene e fanno provare talmente tanta soddisfazione che basterebbero per convincere a vedere il film. Anche l'evoluzione artistica di Aretha è ben presentata, da una giovane talentuosa a un'artista a tutto tondo.

La ricostruzione e il background sociale sono altri due pregi del film. Chiaramente la lotta per i diritti civili è stata una fase importantissima della vita di Aretha, ma non è stata l'unica.

Il film, insomma, fa un ottimo lavoro di bilanciamento tra la sua vita pubblica e la sua vita privata, spiegando molto bene il contesto sociale e il mondo in cui Aretha vive: negli anni delle proteste e della lotta per i diritti senza esserne travolti, lasciando fruire lo spettatore anche della storia personale di Aretha.

Stessa cosa vale per il chiaro sottotono femminista del film. L'emancipazione di Aretha è stato un processo lungo e doloroso, che viene bilanciato molto bene dagli sceneggiatori. Sia il discorso razziale che quello femminista, in pratica, sono sottolineati dalla musica stessa di Aretha. Il potere della musica, quindi, aiuta la cantante a trovare il suo spazio nel mondo, finalmente libera da tutti i vincoli sociali che la trattenevano.

I difetti di Respect

Respect non è esente da difetti. Tanto per iniziare, non vi è un conflitto definito nel film. Ogni ostacolo che Aretha incontra viene superato in appena dieci minuti, come se non fosse mai stato un grande problema. Il divorzio dei genitori, la morte della madre, la gravidanza prematura, il marito violento, l'insuccesso dei suoi primi album, l'alcolismo, la relazione ambigua col padre: tutti temi pesantissimi che potrebbero ognuno bastare per un singolo film. In Respect, invece, vengono tutti lanciati allo spettatore e risolti prima ancora di venire elaborati. In queste condizioni risulta difficile tifare per il protagonista. Lo spettatore lo fa perché si tratta di Aretha Franklin, ma se fosse stato un personaggio di fantasia sarebbe forse stato molto più difficile.

Tecnicamente, infine, il film è abbastanza anonimo: non vi è alcuna particolare intuizione di regia o di fotografia, quindi in fin dei conti si confonde tra la marea enorme di biopic con questo stesso look e stile fotografico. Tutto sommato, però, Respect è un buon film che molti potrebbero apprezzare, specialmente i fan della leggendaria Aretha Franklin.