The Batman è un film diretto da Matt Reeves, che ne ha scritto anche la sceneggiatura assieme a Peter Craig, esso è presente nelle sale cinematografiche italiane dal 3 marzo. La pellicola è stata distribuita da Warner Bros. Pictures e si tratta di un reboot cinematografico del personaggio di Batman della DC Comics. Il film, però, è un progetto autonomo, senza alcun legame con il DC Extended Universe.
The Batman prende spunto da diverse saghe fumettistiche, in particolare da Batman: Year One di Frank Miller e David Mazzucchelli, Batman: Il Lungo Halloween di Jeph Loeb, Richard Starkings e Tim Sale e Batman: Ego di Darwyn Cooke.
A vestire i panni del celebre Cavaliere Oscuro è Robert Pattinson, il sesto attore a interpretare questo ruolo dopo Michael Keaton, Val Kilmer, George Clooney, Christian Bale e Ben Affleck. Nel cast ci sono anche Colin Farrel (interprete di Oswald Cobblepot, alias Pinguino), Paul Dano (Edward Nashton/l’Enigmista), Zoë Kravitz (Selina Kyle/Catwoman), John Turturro (Carmine Falcone), Jeffrey Wright (James Gordon) e Andy Serkis (Alfred Pennyworth).
Batman detective: una nuova rappresentazione del personaggio
La particolarità di The Batman sta nel volersi soffermare su un aspetto mai affrontato nelle trasposizioni cinematografiche aventi come protagonista l’uomo pipistrello: il suo lato investigativo, Batman è infatti uno dei più grandi detective del mondo.
La pellicola si discosta così dal filone venutosi a creare negli ultimi anni con i Cinecomics della Marvel, assumendo delle sfumature noir che ci conducono in un viaggio alla scoperta del Batman delle origini.
La figura di Batman è sempre stata caratterizzata da una dicotomia piuttosto evidente: quella tra Batman, eroe tenebroso e taciturno, e Bruce Wayne, uomo dal carattere solare, socievole e carismatico.
In questa trasposizione c'è invece una convergenza delle due personalità in una sola: quella del vendicatore solitario e tormentato.
Robert Pattinson riesce, quindi, a far combaciare la maschera con il suo possessore, portando in scena un Batman logorato dal suo passato, in lotta contro i propri demoni e la sofferenza interiore e in continua battaglia con una città troppo corrotta che lui crede senza possibilità di redenzione.
Scompare del tutto il Bruce Wayne filantropo, playboy e amante delle feste, pienamente inserito nella vita sociale di Gotham, per lasciare spazio ad un giovane Bruce depresso, malinconico, introverso, intento a nascondersi dal mondo esterno, ossessionato dalla morte dei propri genitori e lacerato da questo trauma che non riesce a superare.
Per questo motivo, il regista sceglie di dare più spazio alla figura del giustiziere mascherato: l’esistenza di Bruce ha senso solo in Batman e nella vendetta contro il crimine.
Si tratta di un Batman acerbo, non ancora del tutto esperto poiché ‘in servizio’ da solamente due anni, che indossa un costume a prova di proiettile, ma privo di qualsiasi gadget tecnologico, che si aggira silenziosamente per Gotham, sfruttando l’oscurità e la paura e picchiando a mani nude i criminali che incontra.
Suggestiva la scelta di utilizzare ‘Something in the way’ dei Nirvana come leitmotiv del film, quasi ad enfatizzare questo vortice di autodistruzione in cui Bruce è rimasto intrappolato.
Quella di Batman diviene così una maschera dietro cui nascondere la propria vulnerabilità.
Questa pellicola ha il pregio di ‘normalizzare’ la fragilità anche negli uomini, in un tentativo di emancipazione della figura maschile dal machismo e dalla mascolinità tossica che finiscono con il fossilizzare l’uomo in un deleterio stereotipo.
Batman non è il classico eroe imperturbabile e spavaldo, nel film si commuove, cade, si fa male, piange e ha paura. E, soprattutto è paralizzato dal terrore di perdere di nuovo una persona che ama e che per lui rappresenta quasi una famiglia: Alfred.
La regia insiste sulla ‘fallibilità’ del giustiziere mascherato che, prima ancora di essere un eroe, è un uomo. L’accettazione di questo suo lato umano, porterà Bruce ad una maturazione, a una crescita.
Dopo essersi accorto di essere stato, seppur involontariamente, d’ispirazione per l’Enigmista e i suoi seguaci, l’arco narrativo di Batman si evolverà dall’iniziale ‘Io sono Vendetta’ alla presa di coscienza dell’importanza di divenire un simbolo di speranza e di compassione per gli abitanti di Gotham.
Nella scena finale, l’uomo pipistrello non rimane arroccato nella propria torre d’avorio a guardare tutto dall’alto con il solito distacco, ma sceglie di stare in mezzo agli abitanti di Gotham, nell’acqua e nel fango, offrendo il suo aiuto ed anche, quando necessario, il suo conforto.
È così che il vendicatore oscuro e solitario diviene The Batman.
The Batman di Matt Reeves è quindi un capolavoro?
The Batman è tecnicamente eccellente, con una fotografia e una colonna sonora portentose e un montaggio eccezionale ad opera di William Hoy.
Gli ambienti sono tra il thriller e il noir e la fotografia, curata da Greig Fraser, è caratterizzata da un’inaspettata intimità che tende a far sentire lo spettatore più vicino ai personaggi.
Gotham, costruita tra Inghilterra, Scozia e Illinois, viene rappresentata come una città buia, sporca, corrotta e malfamata, con palazzi in stile gotico perfettamente in linea con le atmosfere cupe del film, le quali sembrano richiamare anche quelle del fumetto, fonte di ispirazione per la costruzione della città nella serie video-ludica Arkham.
The Batman porta in scena la Gotham più affascinante che sia mai stata vista al Cinema ed è quanto di più lontano dalla rappresentazione di Chicago data da Nolan nella sua trilogia, riprendendo le atmosfere dei film gialli e noir degli anni ‘70 come Chinatown, Il Braccio violento della Legge e Taxi Driver.
Sensuale e tenebrosa anche la colonna sonora curata dal premio Oscar Michael Giacchino che spazia da ‘Volare’ cantata da Dean Martin fino a ‘Something in the Way’ dei Nirvana. Particolarmente interessante è il tema di Batman, WaterTower, che richiama sia The Imperial March di Star Wars, sia il terzo movimento, noto come Marcia funebre, della ‘Sonata n.2 op. 35 in Si bemolle minore’ di Chopin (ripresa anche in alcuni rimandi da John Williams nella Marcia Imperiale).
È sulle note di questo requiem, che scandisce il rumore dei passi lenti e cadenzati, che Batman fa il suo ingresso in scena, nell’oscurità della notte.
È inevitabile il parallelismo con la figura di Darth Vader (il cui tema musicale è, appunto, la Marcia Imperiale), anch’egli profondamente segnato e logorato dal dolore della perdita e del lutto. Sotto la maschera di Darth Vader si nasconde Anakin Skywalker che si è avvicinato all’oscurità dopo aver perso l’amata Padmé Amidala, così come Bruce Wayne ha trovato conforto in Batman dopo la straziante morte dei suoi genitori. Batman però non è ‘portatore di morte’, ha la morte nel cuore: Bruce, a causa del dolore per la perdita delle persone che più amava, è morto dentro e la sua esistenza torna ad acquistare un senso solo nel momento in cui veste i panni del vendicatore mascherato.
The Batman non è esente da difetti tra cui il più evidente, oltre al minutaggio forse eccessivo, è la sceneggiatura raffazzonata, con dialoghi spesso sterili che rischiano di togliere il trasporto emotivo necessario per identificarci con la missione dell’eroe.
Interessante la scelta dell’Enigmista, che si oppone a quella ‘classica’ del Joker, come villain di questa storia. Edward Nashton è un uomo livido di rabbia, che ha covato rancore e invidia nei confronti del piccolo Bruce Wayne per anni, ed è consapevole di essere un minuscolo granello in un ingranaggio in cui non c’è spazio per la verità. Gotham è una città in cui le menzogne e la corruzione imperano sovrane ed ogni progetto di rinnovamento finisce con il rivelarsi l’ennesima bugia.
Smascherare la realtà diventa quindi il fine ultimo dell’esistenza di Edward Nashton.
In preda ad una furia omicida, decide di portare allo scoperto tutto il marciume e la corruzione che si celano all’interno della città, riuscendo a crearsi, grazie alle sua abilità nell’utilizzo dei social network, anche una fitta rete di seguaci che condividono le sue ragioni e bramano la distruzione di Gotham stessa. Sono evidenti i richiami al John Doe di Seven e al killer di Zodiac di David Fincher.
Tuttavia, l’Enigmista di The Batman rimane un personaggio privo di quello spessore caratteriale necessario per renderlo un degno rivale dell’uomo pipistrello. La sua figura è mal inserita all’interno della struttura narrativa, persino le motivazioni sociali che lo spingono ad agire (la disparità tra le classi sociali, l’assenza di giustizia e di verità, la corruzione) vengono approfondite poco, rimanendo a livello superficiale.
L’Enigmista è il vero tessitore della vicenda, la quale è costruita su una serie di indovinelli che hanno lo scopo di coinvolgere Batman, fino a renderlo un complice inconsapevole. Tuttavia i suoi enigmi, alcuni dei quali apprezzabili solamente in lingua originale (l’adattamento italiano penalizza molto), risultano poco entusiasmanti, a volte addirittura forzati e poco contestualizzati. Nonostante alcuni piccoli difetti nella caratterizzazione del personaggio, l’interpretazione di Paul Dano è magistrale.
Deludente anche il ritratto che viene fornito di Selina Kyle, a cui viene lasciato poco spazio all’interno della narrazione, finendo con l’essere ‘la spalla’ di Batman. Siamo, anche qui, di fronte a una Catwoman (nel film non viene mai chiamata così) ancora in evoluzione, amante dei gatti randagi e che entra in azione con un passamontagna nero con un lieve accenno alle orecchie di gatto: sono assenti tutte le altre caratteristiche iconiche del personaggio.
Purtroppo la sua figura è poco carismatica e la sua storia poco coinvolgente. Buona l’interpretazione dell’attrice, Zoë Kravitz.
Eccellenti le interpretazioni di Colin Farrell, sfigurato dal trucco prostetico, nel ruolo di Pinguino (un mafioso penalizzato oltremodo dal proprio aspetto esteriore e bramoso di riscatto) e di John Turturro nella parte del boss Carmine Falcone. Meno convincente Jeffrey Wright nel ruolo di James Gordon.
Forse The Batman non è il capolavoro che molti osannano, ma rimane un buon film da guardare al cinema, adatto sia agli appassionati dei fumetti e agli amanti dell’uomo pipistrello che ad un pubblico generalista, in cerca di un godibile thriller-action.