Il 12 aprile si è svolta a Palermo la Marcia per la Dignità dei disabili siciliani e delle loro famiglie, ancora una volta contro i tagli ai servizi di assistenza domiciliare forniti dalla regione alle persone con disabilità gravi. Non è passata inosservata la partecipazione di numerose personalità di spicco, tra le quali il regista Pif, già in prima linea durante una precedente protesta, l’arcivescovo Corrado Lorefice, Stefania Petix e l’Imam di Palermo, Ahmad Abd al-Majid Macaluso, che anche in altre occasioni ha partecipato attivamente alla vita cittadina.

Una protesta che avrebbe voluto fare giustizia anche per i numerosi disabili assenti, amaramente definiti “invisibili”, poiché costretti a rimanere a casa dalla gravità delle loro patologie, non supportate né alleviate decorosamente dai provvedimenti della regione, dal momento che non fornisce la dovuta assistenza. Per chi purtroppo ha esperienza di queste cose e soprattutto del modo in cui è vissuta la realtà della disabilità a Palermo, ed in Sicilia più in generale, non risulterà sconvolgente apprendere che, a distanza di ben nove giorni, la situazione appare cristallizzata. Perfettamente immobile, perfettamente corrispondente ad una celebre descrizione che fa dello stato delle cose in Sicilia, nel Gattopardo, Tomasi di Lampedusa.

Quando a Palermo si manifesta, è tutto un palpito del cuore; finché fa “scruscio”.

Memorabili le scene delle interviste ai due fratelli disabili Alessio e Gianluca Pellegrino, tra gli artefici del Comitato Siamo Handicappati no cretini, presi d’assalto dai giornalisti durante la manifestazione, senza che qualcuno si sia degnato di chiedere cosa si prova a trovarsi nell'occhio di un ciclone.

E cosa si prova, ben più grave, a distanza di quasi dieci giorni, ad esserne già fuori? Non tanto perché qualcosa sia cambiato, quanto piuttosto perché l'attenzione generale si sia rivolta altrove. Appunto, non fa più scruscio. Bisogna, tuttavia, dire la verità: nessuno ha promesso qualcosa a qualcuno. Non i giornalisti che, facendo il proprio lavoro, hanno raccolto i dati che servivano a riempire una colonna di giornale o un servizio al tg.

Non Crocetta, che a stento ha fatto capolino dal Palazzo d'Orleans, dove si è poi sciolta la manifestazione in maniera silente: non ha fatto un passo verso queste persone, figurarsi un tendere la mano, che fosse anche solamente simbolico. Si potrebbe dire che tutto ciò è deludente, in realtà è solo tragicamente scontato.