Il G20 in atto si è concentrato sulla crisi in Siria e non poteva essere diversamente visto che in queste ore a San Pietroburgo, nel giorno di chiusura del vertice, si sta decidendo il futuro non solo dell'America, ma quella di tutto il mondo.
Il Presidente Obama, rispondendo ai vari giornalisti, ribadisce la sua volontà di attaccare militarmente la Siria. Si dichiara costretto a questo passo per neutralizzare la minaccia portata da Assad con l'uso di armi chimiche, che mina la pace, la sicurezza mondiale ed i territori vicini.
I vari paesi presenti al summit si sono spaccati sul da farsi, solo la Francia si è detta pronta ad intervenire militarmente al fianco degli Stati Uniti e nessun documento congiunto è uscito dalle discussioni dei vari membri presenti.
Lo stesso Letta si è detto amareggiato per non essere riusciti a trovare un qualche punto in comune, ma ha confermato che l'Italia non parteciperà ad alcuna attività militare senza l'avvallo dell'Onu.
La Russia, contraria a qualunque tipo di intervento, nella figura del suo presidente Putin ha avuto un breve colloquio con Obama di circa venti minuti, ma ognuno dei due è restato fermo sulle proprie posizioni, riportando a quel gelo di tanti anni fa e che si credeva ormai un lontano ricordo. Si è ricreato quel clima di guerra fredda accentuato dal fatto che entrambe le super potenze stanno posizionando nel Mediterraneo le proprie navi da guerra.
Tutti gli occhi del mondo sono puntati sul Presidente degli Stati Uniti d'America, che ha annunciato che martedì prossimo, dopo il voto del Congresso di lunedì, parlerà alla nazione.
Ha invitato i membri del Congresso a pensare al bene del paese, ma in caso contrario ed ad un provvedimento avverso, sarà lui a decidere ed ad avere l'ultima parola.
Sono già pronti i piani ovvero periodo limitato ed attacchi mirati portati dalle navi e nessun intervento di terra da parte delle truppe.
Obama è determinato a punire tutti coloro che utilizzano armi chimiche.
E' altresì consapevole che tali decisioni siano impopolari e non sempre comprensibili, ma è suo dovere, per il ruolo che ricopre e per il mandato che gli è stato affidato dal suo popolo per ben due volte, difendere il mondo intero da un pericolo che considera concreto ed un crimine intollerabile. Dalle sue parole si evince quanto sia convinto delle proprie scelte, della giustezza di queste e che non ci sia altra strada se non una prova di forza per fermare tutto ciò.
Ha poi concluso dicendo: "Sono stato eletto due volte per finire le guerre non per cominciarle". Dopo questa dichiarazione non ci sono molte speranze che possa prevalere la pace sulla guerra. Sono cadute nel vuoto anche le preghiere del Santo Padre, che, in una lettera indirizzata a Putin, ma rivolta a tutti i leader di governo, li esortava a riflettere attentamente prima di compiere qualunque passo che poteva essere irreparabile.
Papa Francesco ha invitato per sabato 7 settembre i credenti e non ad una veglia di preghiera ed una giornata di digiuno in nome di una pace che mai come ora sembra così lontana.