Nella conferenza stampa del 18 aprile, che passerà alla storia come la conferenza stampa degli 80 euro in busta paga, un ispiratissimo Matteo Renzi, tra una slide e l'altra, annunciava folgorante che era finita l'era dei privilegi per i politici, che tra le altre cose potevano dire addio alle tariffe postali agevolate per i candidati dei partiti. "Amici candidati, non vi conviene": aveva tuonato nemmeno un mese fa Matteo Renzi, come riporta l'edizione odierna del "Fatto Quotidiano".

E sempre dal "Fatto" si apprende che però c'è un piccolo arcano, una postilla molto sottile ma comunque incidente in massima misura che, come si legge nel decreto pubblico in "Gazzetta Ufficiale" del 23 aprile, con l'articolo 18 sposta l'entrata in vigore della norma contro le agevolazioni postali al primo giugno 2014.

Ovvero una settimana dopo le Elezioni Europee, che quindi rimangono provvidenzialmente escluse dalla norma, permettendo ai partiti di potere spendere e spandere, naturalmente a spese di tutti, almeno per un'altra volta.

Del resto, riferisce ancora il Quotidiano, resistenze, e anche forti, ce ne erano state da parte dei principali esponenti politici, fin dai primi istanti dopo l'annuncio del premier. Resistenze che tuttavia, a sentire proprio Renzi, non avrebbero dovuto, in teoria, averla vinta. Tra l'altro nel decreto uscito dal CdM la formulazione era diversa e annunciava una immediata abolizione, dalla data di entrata in vigore del decreto.

E invece sembra che le intenzioni di Renzi siano scese ad un compromesso.

Perciò, per quest'ultimo giro, vecchie regole, per la felicità un po' di tutti. Del resto come spiegano fonti ufficiali, non era possibile fare entrare in vigore subito le nuove norme. Per questo motivo ci sarà ancora da attendere qualche settimana.