Nel 2014 ci sono stati numerosi cambiamenti per quanto riguarda la normativa sulle Pensioni. Le modifiche sono state apportate soprattutto dalla legge di stabilità 2014, varata dal governo Letta. Le novità riguardano in maniera più incisiva chi gli assegni già li percepisce.

Per quanto riguarda le donne che lavorano in ambito privato, dal primo gennaio dell'anno in corso dovranno aver maturato 63 anni e 9 mesi di anzianità per poter accedere al trattamento pensionistico, cioè un anno e mezzo in più rispetto a quello previsto nell'anno precedente.

Le uniche lavoratrici che non saranno prese in considerazione dai cambiamenti saranno quelle nate prima del 30 settembre 1951.

Per gli uomini, invece, rimane valido il requisito dei 66 anni e 3 mesi di anzianità.

Infine, arrivando alle pensioni per cumulo di anni contributivi, e non di anzianità, nel 2014 serviranno non meno di 42 anni e 6 mesi versati all'INPS. Lo stesso vale per le donne: potranno andare in pensione non appena avranno raggiunto 41 anni e 6 mesi di versamenti. Tutti questi requisiti andranno aggiornati al regime di speranza di vita del 2016.

Per gli statali, invece, bisogna fare un discorso diverso: il Presidente Napolitano ha firmato in questi giorni i decreti sulla riforma della pubblica amministrazione.

La nuova riforma prevede per tutti i lavoratori che hanno il massimo dei contributi di poter accedere alla tanto sperata pensione anche senza aver raggiunto il famoso limite d'età imposto dalla Fornero.

Novità anche per gli esodati: anche per chi è rimasto nel limbo tra lavoro e pensione avrà 12 mesi in più per poter accedere alle tutele senza restare senza lavoro o pensione. Con questa nuova tempistica saranno circa 32000 in più le persone tutelate.