"Ogni volta che Renzi viene in Aula ci vuol far credere che sia il suo primo giorno di Governo. Ma sono passati già sette mesi e l'Italia "che si spezza la schiena" non ne può più di annunci e sopratutto non è disposta ad aspettare 1000 giorni" così il ventottenne Vicepresidente della Camera Luigi Di Maio, deputato del Movimento 5 Stelle, commenta l'ennesimo annuncio di riforme proposto dal premier Renzi. In effetti nonostante il Premier cerchi di mantenere un sorriso che ha ormai del tragicomico, l'Italia affonda ed a dirlo non sono solo i deputati del Movimento 5 Stelle ma l'Ocse che pochi giorni fa ha tagliato ancora le previsioni di crescita del nostro Paese, stimando una contrazione del Pil dello 0,4% ed attestando l'Italia come unico Paese del G7 in recessione.
Non sono serviti a detta dell'Ocse né gli 80 euro, che hanno inciso pochissimo sui consumi reali, né lo sblocco dei pagamenti verso le imprese da parte della P.A.
Nelle case degli Italiani a breve arriveranno nuove tasse, infatti tra Irpef, Iva, Tasi e Irap, li aspetta un autunno di sopravvivenza. La priorità è il lavoro ed in mancanza di questo, una soluzione potrebbe essere il "reddito minimo garantito", battaglia molto cara ai pentastellati, che potrebbe essere erogato a tutti i cittadini disoccupati e maggiorenni in cerca di lavoro. La previsione della proposta di legge del Movimento 5 Stelle è di un contributo di 600 euro netti mensili a chiunque non riesca a superare la soglia di povertà.
Il reddito minimo garantito è presente in tantissimi Paesi Europei, ed è visto di buon occhio da gran parte degli economisti, infatti il contributo venendo speso in consumi reali, andrebbe ad incidere anche sui fatturati delle martoriate piccole e medie imprese, che in seguito a suddetti ricavi farebbero ripartire l'economia del Paese creando nuovi posti di lavoro.
Il reddito naturalmente non è eterno, infatti qualora il beneficiario dovesse rifiutare tre proposte di lavoro "congrue" al suo curriculum (un laureato in ingegneria non può ricevere una proposta di lavoro come giardiniere), allora perderà il diritto a riceverlo.
L'articolo 38 della Costituzione recita così: "I lavoratori hanno diritto che siano provveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidità e vecchiaia, disoccupazione involontaria".
Forse in questo momento il premier Renzi invece di pensare a cambiare la Costituzione dovrebbe proprio leggerla e ripartire da quella, pensando ai problemi reali del nostro Paese, e ridando dignità a quei milioni di persone che sono sotto la soglia di povertà e che hanno smesso di credere alle slides ed agli spot elettorali.