Con solo 58 sì contro i 60 necessari per l’approvazione, la riforma della Nsa proposta da Obama non passa. Non è il momento di legarsi le mani, secondo il Senato americano. C’è a rischio la sicurezza dell’intera nazione. E così la Nsa potrà continuare a utilizzare tutti i suoi strumenti per raccogliere automaticamente dati dalle telefonate di tutti i cittadini americani. Senza alcuna restrizione di sorta. 

A nulla è servito, insomma, lo scandalo Datagate, che ha coinvolto nei mesi scorsi la National Security Agency. Uno scandalo presto dimenticato dagli americani, che non vogliono più rischiare, che hanno paura, che sono disposti a farsi spiare dalla Nsa pur di poter dormire tranquilli.

La misura non ha neppure raggiunto i 60 voti necessari per iniziare le discussioni in aula. Contro la norma, ovviamente, in blocco i repubblicani. “Non possiamo legarci le mani” e non possiamo rivedere i poteri della Nsa in un momento così delicato per la sicurezza degli Stati Uniti e dell’intero mondo occidentale.

Privacy e Nsa: il Freedom Act non passa

Tutto rimandato all’anno prossimo, quindi. Si arena così il Freedom Act proposto da Obama che voleva rivedere e modificare il Patriot Act, la norma tanto discussa e tanto controversa che venne approvata d’urgenza dopo gli episodi dell’11 settembre. Una norma che estese a dismisura i poteri dell’intelligence americana, permettendole di spiare la vita di tutti i cittadini privati americani, dalle telefonata alle e-mail.

Aveva ragione Mark Zuckerberg, insomma. “The Age of Privacy is over”, che si tratti di Social Network, di business o di sicurezza nazionale. La cosa, però, ad oggi sembra preoccupare solo Obama, non di certo l’opinione pubblica americana. Gli esperti sottolineano che negli ultimi mesi vi è stato, infatti, un cambiamento di posizione nell’opinione pubblica, non solo americana, causato dalle preoccupazioni per un eventuale attacco terroristico da parte dell’ISIS.

Il nuovo nemico pubblico, che lo stesso Obama ha additato come il “male estremo”. Insomma, lo spauracchio del grande nemico islamico oggi, come nel 2001, torna a far paura e torna a far calpestare la privacy degli americani e non solo. Patrick Leahy, uno dei democratici firmatari della riforma, nel frattempo ribadisce che continuerà la lotta per l’abolizione del Patriot Act. Ma siamo ancora realmente disposti a rischiare? Dove sta oggi il limite fra sicurezza e libertà? L’era della privacy è veramente finita?