Dopo il primo ok da parte del Consiglio europeo al "Piano Juncker" che dovrebbe entrare a pieno regime nel giugno 2015, i capi di stato dell'eurozona hanno espresso dei pensieri riguardo al piano e ciò che ne seguirà.
Il fondo, che dovrebbe secondo le stime, raggiungere i 315 miliardi di Euro verrà utilizzato a sostegno di investimenti strutturali, secondo la Bce questo potrebbe accrescere la fiducia nell'eurozona; proprio il governatore della Banca centrale europea, Mario Draghi, ha dichiarato che questa operazione è accolta favorevolmente, ma che il fattore importante sarà costituito dalla velocità di attuazione del piano e su quali progetti il fondo focalizzerà l'investimento, che secondo Draghi dovrebbero essere quelli che garantiscono ritorni più alti.
Favorevole è stato anche il parere del Premier Italiano Matteo Renzi, che ha però posto l'attenzione sul fatto che questo è soltanto il primo passo verso un sostegno alla ripresa dell'eurozona.
Renzi si definisce comunque soddisfatto perché per la prima volta l'Europa lega flessibilità ed investimenti su un documento scritto nero su bianco. Il vero controllo sarà però quando i lavori saranno terminati per capire se la posizione italiana, rivolta alla crescita, sarà stata completamente recepita.
Non completamente convita dalla direzione presa dall'Unione Europea è la cancelliera Angela Merkel che prima del vertice aveva già ricordato quanto la disoccupazione giovanile in Europa è ancora troppo alta, oltre a rimarcare che a creare i posti di lavoro sono le imprese e quindi andrebbero mobilitati investimenti privati e non pubblici.
La cancelliera ha anche dichiarato che la politica economica europea deve fondarsi su un consolidamento di bilancio favorevole alla crescita perché grazie al patto di stabilità si crea fiducia negli stakeholder internazionali, non senza dimenticare che ognuno deve fare ciò che sa fare meglio, e non deve essere l'Unione Europea a compiere tutte le azioni.