Il premier Matteo Renzi torna a parlare della riforma fiscale ed entra nel merito della questione degli ultimi giorni, la presunta norma salva-Berlusconi. Il tentativo del primo ministro è di mettere la parola fine sull'annosa questione: "noi non facciamo norme ad personam, né contra personam". Il prosieguo delle dichiarazioni di Renzi è inevitabile, non ci saranno riforme del fisco per scongiurare la pena di Berlusconi che, prosegue Renzi, sconterà la sua pena interamente. Il premier inoltre aggiunge che il decreto sarà presente all'interno del pacchetto che presenterà il 20 febbraio.

Matteo Renzi: da Berlusconi a Napolitano, sconti per nessuno

È un Matteo Renzi a 360 gradi quello che è intervenuto nella sua enews. Dopo aver chiarito la sua posizione su Berlusconi, confermando che da parte sua non ci saranno preferenze verso l'ex Cavaliere, e ribadendo che la riforma fiscale è fatta in funzione degli italiani, e non di un solo italiano, Silvio Berlusconi, passa a parlare di Napolitano e della sua imminente fine carica da Presidente della Repubblica. Il leader del PD non ha parole dolci per nessuno oggi, e sfoga con ironia alcune battute sul presidente uscente: "ormai è il passatempo preferito degli addetti ai lavori, prima di parlare del futuro, tutti ringrazino Napolitano".

A ben vedere però le sue parole sono più un attacco sarcastico verso chi lo sta falsamente osannando ora, e non direttamente verso la persona stessa. Infatti, più avanti cita il capo dello Stato facendo capire di essere in perfetta sintonia con la sua visione politica generale: "il bicameralismo paritario è il più grande errore della Costituzione".

La vicenda denominata "salva-Berlusconi" però non può essere certo liquidata con le dichiarazioni di Renzi. L'altro Matteo, Salvini della Lega, rincara la dose e ripropone i suoi dubbi sulle reali intenzioni di Renzi, sul voto segreto del 24 dicembre a favore del cavaliere, e su questi presunti favori che salverebbero Berlusconi dalle sue responsabilità fiscali.

La teoria del leader del Carroccio è sempre la medesima: il patto del Nazareno permette a Renzi di sopravvivere, e per questo motivo il premier è costretto ad inserire nella riforma del fisco quelle leggi ad personam che invece lui sostiene di aborrire.