Il dl antiterrorismo è stato presentato stamattina in aula alla Camera. Nel testo approvato dalle commissioni congiunte Giustizia e Difesa si prevede un potere d'indagine più esteso; la Polizia potrà ottenere da remoto le comunicazioni e i dati sensibili presenti nel sistema informatico, inclusa la messaggistica istantanea. Questi dati sensibili, acquisiti a largo raggio e che coinvolgono la privacy di tutti i cittadini, potranno essere conservati per 24 mesi. Due punti in particolare dovranno essere discussi in aula: seppure il testo proposto da Emanuele Fiano del Pd preveda di ottenere dati da remoto per molti reati di una certa gravità (es.

pedopornografia), l'emendamento di Stefano Quintarelli di Scelta Civica intende circoscrivere le suddette acquisizioni solo nell'ambito antiterrorismo. Anche la durata di accumulo dei dati sarà discussa per ridurla a 12 mesi.

In fase di discussione a Montecitorio, il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha ottenuto lo stralcio del passaggio che permette allo Stato di frugare nei computer dei cittadini informazioni e documenti secondo il provvedimento antiterrorismo. Si tratta di una discussione delicata, che coinvolge la privacy e la sicurezza di tutti e che sarà affrontata nelle prossime ore in fase di votazione. Il decreto n.7/2015 emesso il 18 febbraio dal governo prevedeva, inizialmente, misure urgenti per far fronte al terrorismo come aumenti di pena per attività a scopo terroristico, istigazione a delinquere e a commettere delitti contro lo Stato e reati di apologia tramite strumenti informatici e telematici.

Con questi nuovi emendamenti la strategia cambia e l'Italia potrebbe diventare il primo Paese europeo a legalizzare ufficialmente e a 360 gradi le cosiddette 'remote computer searches' (le ricerche da remoto sui Pc) e l'impiego da parte dello Stato di software occulti per estendere le indagini su tutti i reati "commessi tramite l'uso di tecnologie informatiche o telematiche".

Filippo Bubbico, viceministro dell'Interno, ha spiegato che, seppure il governo sia intenzionato a rafforzare misure urgenti di prevenzione e lotta al terrorismo, è importante che la norma consideri sia le esigenze di sicurezza contro il terrorismo che quella di tutela della privacy. Quindi, il passo importante da fare sarà quello di discutere in modo approfondito sulle intercettazioni telematiche da remoto.

In sostanza, con la nuova legge lo Stato potrà frugare nelle comunicazioni digitali dei cittadini sospettati di qualsiasi reato, non soltanto di tipo terroristico. Il Garante per la Privacy Antonello Soro, perplesso e preoccupato per questo squilibrio di esigenze tra privacy e sicurezza, ha voluto citare la bocciatura della direttiva sulla 'data retention' da parte della Corte di giustizia europea perchè va contro il principio di proporzionalità.

Il deputato Quintarelli di Scelta Civica, esperto di Internet, vuole pensare ad una 'svista' nella legge perchè l'uso di captatori informatici (Trojan, Keylogger, sniffer) per le indagini da parte delle autorità è il mezzo più invasivo che lo Stato possa impiegare nei confronti dei cittadini e aggiunge: "Il loro utilizzo dev'essere regolato in modo più stringente di quello delle intercettazioni per non violare principi costituzionali fondamentali".